venerdì 26 marzo 2010

E' tornato Jack Frusciante

Che se ne fosse uscito dal gruppo ormai lo sapevano tutti. Che potesse tornare nella mia vita, e di riflesso in quella di più giovani studenti liceali, non potevo proprio immaginarlo. Sono passati almeno quindici anni fa o poco meno, quando quindicenne mi accinsi a leggere per la prima volta un romanzo non certo imposto ma scelto. 1995 o 96, ore 13.15, campanella fine della sesta ora: accendo il mio zip giallo con adesivo Derozer e me ne parto verso Monte Berico o parco Querini, senza nemmeno mangiarmi un panino, per divorare pagine su pagine di Jack Frusciante. Nemmeno mi fermavo in quel vialetto fuori scuola, meteora maschile in un universo di sole donne maestrine e via, a tutto gas, verso la lettura. Mi sentivo come Alex, il protagonista. Anch' io sempre in conflitto con i miei genitori, maglietta dei "Rage Against the machine", puma rosse, jeans rotti con calzamaglia antifreddo e pseudo eschimo a scacchi, ho vissuto in quei giorni una sorta di cambiamento. Si chiamano romanzi di formazione proprio per questo, perchè parlano di crescita e fanno crescere, perchè mettono in piazza timori e paure di chi vuole spiccare il volo ma a volare ancora non ce la fa. Avevo anch' io la mia Aidi, o meglio immaginavo di averla, in quelle infinite rappresentazioni mentali che mi facevo di una vita non sempre vissuta al 100%. Lei mi portò per prima al centro sociale, abusivo, ad ascoltare Derozer, Melt e gli altri gruppi punk di metà anni 90'. Gli amici.... in quel tempo non li ho quasi nemmeno considerati. Ero innamorato (o meglio infatuato), e carburatori, spinelli,versioni di latino e occupazioni studentesche passarono da protagonisti a sottofondo sempre meno presente di quella fase adolescenzial-tardoromantica dominata dalla crescita. Il bello è che a rileggerlo oggi mi sembra non sia cambiato gran molto. Quando un libro ti entra dentro, ti entra dentro.
Forse per chi ha dieci anni più o dieci meno di me non significa nulla, ma per chi è nato tra la fine degli anni 70' e i primi anni 80' Jack Frusciante è molto più di un libro. E' un ritratto di una generazione, un resoconto dettagliato della giornata tipo, del ragazzo tipo e della città tipo italiana. Non metropoli alla Milano/Roma e non paesotto alla Novara/Treviso. Bologna, una città che emanava profumo di erba e sentore di occupazioni studentesche solo a sentirla nominare. Bologna la rossa, Bologna dei portici più lunghi e dell' Università più antica. Bologna degli scontri e delle stragi, Bologna dei tortellini e delle feste dell' Unità, Bologna del "Bruciamo scuola e andiamo a Bologna" e Bologna dei mercatini. Una città che era un mito per molti ma non per tutti, perchè era colorata e di brutto. Rossa rossa ma anche nera nera a volte, perchè la città di Jack Frusciante è anche quella del fighetto in vespa nera ( rigorosamente truccata con 103 Pinasco e campana allungata)e del fattanza in Ciao scassato ( all' epoca in cui non c'erano ancora targhette, caschi, assicurazioni e altre menate).
Una lettura pilotata lo so, che pensa più a soddisfare le mie esigenze nostalgiche più che gli interessi di chi mi segue tra i miei allievi. Ma Alla fine dev'essere pure così, a volte. Io arrivo a conoscere gli alunni molto bene, li osservo, li studio e li scruto, leggo i loro temi che a volte sono pure imbarazzanti per la quantità di cose private che mi raccontano di loro....Ora è un po' il contrario. Saranno loro a conoscere me e la mia generazione. Si sta in classe 5 ore alla settimana, magari per anni e anni, e a volte si scopre di non sapere nulla della persona che si ha davanti e che di fatto ti condiziona almeno un po' la vita. Beh, io non voglio, forse per narcisismo ma soprattutto per vocazione. Credo che scoprirsi giusto un po' non faccia male. Ed ecco allora che mi scopro così, attraverso un libro che mi ha accompagnato in una fase ben definita e ormai lontana nel tempo, non nell'essenza.
Mi auguro che chi seguirà questo blog di approfondimento e critica letteraria sul Romanzo di Enrico Brizzi decida anche di leggerlo. Non è lungo, è facile da capire, pieno di spunti e di una sintassi talvolta Joyciana che offre quel sapore "pazzo" che non fa mai male.
Jack Frusciante è tornato nel gruppo, almeno per un po'! Giusto il tempo di raccontarci la sua vita, l'amore, gli amici e vattelapesca, come direbbe Holden, di cui forse Alex sarebbe un amico.Vabbè godetevelo che ho sparato anche troppe cose tutto d'un fiato!
Simone Ariot

18 commenti:

  1. Quasi tutti hanno il LORO libro, che è quasi una guida e un percorso da seguire negli anni dei cambiamenti e delle decisioni importanti. Ogni generazione si identifica in suo libro che esprime i suoi pensieri ed è l'immagine della società. Oggi ad esempio abbiamo delle abitudini e degli usi che, per una persona più anziana possono sembrare assurdi anche se noi pensiamo lo stesso delle loro abitudini. I romanzi di formazione sono quindi capiti e apprezzati sopratutto dai giovani che hanno vissuto il periodo che narra il romanzo.

    Kristian

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  2. Vero. Chi più comprende i valori intrinsechi del romanzo è la generazione cui è rivolto. E non solo: noi stessi come classe ci siamo identificati nel protagonista de "Il Giovane Holden", benchè il romanzo sia stato scritto circa 50(!!!) anni fa. Tuttavia, trovo che Alex sia un ragazzo esageratamente stereotipato; lo scrittore, a parer mio, si è sbilanciato troppo nel caratterizzarlo. Almeno, secondo la mia visione delle cose. Sarei curioso di sentire la sua opinione in merito, professore: era davvero quella la gioventù dell'epoca? Tutto un "bruciare" la scuola, Serata Etilica, spinelli eccetera eccetera? Al confronto la tanto criticata gioventù di adesso sembra niente...
    Dal Zovo Luca

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  3. Luca..direi che invece ci stiamo identificando molto di più in QUESTO libro, almeno per me..il linguaggio, le cose di cui parla, il bruciare scuola, LA SERATA ETILICA E STAI A DORMIRE DA ME, sinceramente mi sembrano cose che sono presenti anche adesso, anzi molto presenti..il divertimento sfrenato quando si ha la possibilità, il bere il bicchiere con gli amici..questo libro mi ha preso molto di più dei precedenti sopratutto per questi motivi..l'avrei già letto tutto..mi sto trattenendo..il film non ho resistito dal procurarmelo(chi ha orecchie per intendere intenda XD) ma resisto dal guardarlo..bè..prof..devo dirle grazie..grazie per avermi fatto trovare questo libro..mi sta proprio appassionando..veramente..e di sicuro qualche mio compagno starà pensando che sto facendo il lecchino..bè...non è così...grazie ancora..
    Elia Bonetto.

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  4. Beh, senza ombra di dubbio direi che, rispetto agli altri due che abbiamo già letto, questo è il romanzo migliore, sia per lo stile di scrittura non troppo dispersivo come i precedenti, sia per il contenuto. Personalmente, da queste prime pagine, trovo questo libro abbastanza divertente e vi sono dei messaggi lanciati qua e là alquanto profondi che mi hanno particolarmente colpito. Devo ammettere che mi sento abbastanza preso da questa lettura!

    Luca Mattarolo

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  5. Concordo con Luca, tra i tre che abbiamo letto questo è quello che mi attira di più, forse perchè mi interessano non poco il periodo di tempo tra gli anni '70 e '80, il modo di vivere di quel periodo e compagnia bella. Trovo anche io che ci siano, almeno per ora, parti molto divertenti, ma non riesco a sopportare quuelle parole che iniziano per "K" dove invece questa non andrebbe.

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  6. Sono d'accordo con te, Luca, anche a me questo libro dalle pagine che abbiamo finora letto, sembra molto più interessante rispetto agli altri due, forse proprio perché parla dei sentimenti più profondi che prova un ragazzo poco più grande di noi con dei genitori un po' severi (forse la maggior parte erano così negli anni '90)che contrasta con la voglia di "conoscere il mondo". Anche adesso i ragazzi della nostra età hanno gli stessi desideri del protagonista ma credo che i genitori siano meno severi, forse un po' troppo protettivi. Non vedo l'ora di proseguire con la lettura di un libro che mi sta veramente appassionando!
    Matteo Atanasio

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  7. si Matteo..concordo..veramente troppo protettivi a volte i nostri genitori..al diavolo la libertà!!un po' va bene ma non troppo non trovate?

    Elia Bonetto

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  9. Non vorrei fare il bastian contrario, ma io non riesco a seguire il filo del racconto. Riuscivo a leggere molto più volentieri "Il giovane Holden" rispetto a questo e, oltretutto, nel giovane Holden capisco la sequenza cronologica, in quanto è raro che si stacchi per lunghi periodi dal filo temporale della storia, invece in questo libro faccio abbastanza fatica a capire se quello che sta raccontando è un flashback o se è qualcosa del presente. Poi anche con queste frasi di pensiero lunghissime e con "L'archivio magnetico del signor Alex D." faccio veramente fatica a leggere volentieri questo racconto(in quanto non lo capisco).
    Matteo Lazzari

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  10. Mah... Sarà che non leggo molto ma questo libro per il momento ha un contenuto semplice e, concedetemelo "fichissimo", può sembrare banale ma rispecchia per filo e per segno le tappe dei passaggi di formazione di un ragazzo che, seppure introdotto in un' ambiente ed epoca leggermente sfasati dalla nostra, rispecchia, in linea di principio, tutti i dubbi, i timori, le perplessità che potrebbe avere un qualsiasi ragazzo della stessa età di Jack (sedici anni, come noi). Oltre a quello che ho appena scritto ritengo però che sia comunque una lettura particolare. Definirla difficile sarebbe troppo però emergono alcuni punti di non-semplice comprensione durante la lettura, (ovviamente tutto questo è soggettivo) tutti quei... flussi di pensiero o coscienza (non sono sicuro che si chiamino così e correggetemi se dico una stupidaggine) e "dal diario del signor Alex D." , non appare nemmeno la suddivisione in capitoli “come capitolo 1-2-3-ecc...” rendono secondo me il libro non troppo chiaro in quei punti particolari. Sebbene possa sembrare incoerente ritengo però che sia un libro scorrevole e della categoria da leggere in un paio di giorni.

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  11. Anche secondo me è proprio un bel romanzo. A essere sincera “I piccoli maestri” non mi è piaciuto per niente anzi, sono riuscita a capirlo bene guardando il film, altrimenti sarei ancora alle prime pagine. Il secondo che abbiamo letto, al contrario, mi ha appassionato molto e spesso mi capitava di leggermi da sola il proseguimento. “Jack Frusciante” mi ha colpito soprattutto per il modo in cui è stato scritto dall’autore e, da quello che abbiamo potuto leggere, rispecchia parecchio la gioventù attuale.
    Giulia Vigolo

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  12. Jack Frusciante uscito dal gruppo, certamente il libro che fin'ora mi sta appassionando di più tra i tre. Il cambiamento. M'immedesimo veramente un sacco nelle pagine che fin'ora abbiamo letto. La quasi "ribellione", che poi fa parte della nostra età. Gli amori, l'innamorarsi e le pare che ognuno si fa. La musica che fa da colonna sonora al libro che certamente spacca. Le serate etiliche e dormire a casa di amici. Lo stile narrativo. Insomma devo dire che è un libro che mi sta prendendo particolamente rispetto agli altri due.

    Carolina Fanchin

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  13. Trovo che questo libro sia proprio adatto ai giovani della nostra età: parla di noi. Anche se è ambientato parecchi anni fa racconta una storia che, tralasciando alcuni particolari, potrebbe essere quella di molti. E' piacevole leggere un romanzo e mentre lo fai dire: "Proprio come è successo a me!".
    Spero che il libro durante il suo corso non mi deluda, perché per il momento siamo solo all'inizio ed è troppo presto per i commenti.

    Federica Magnabosco

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  14. Trovo assai fastidioso l'uso improprio delle k già citato da Giovanni.
    Il primo capitolo, se così possiamo definirlo, in cui la punteggiatura era assente mi ha fatto capire che non sarei riuscito a scorrere il libro (Come è successo con "Il Giovane Holden").

    Alberto Corato

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  15. Il libro è bello, la trama è avvolgente e il linguaggio contemporaneo lo rende ancora migliore nella scioglievolezza della lettura.
    Il modo di scrivere ricorda molto quello di Salinger, anche se il contesto è diverso. Per ora mi sembra abbastanza intrigante, vedremo un pò andando avanti con i capitoli.
    Samuele Saggiorato

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  16. scioglievolezza non esiste, a meno che non lo si riferisca al cioccolatino Lindor

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  17. Bè diciamo che un libro che parla di ragazzi più o meno della nostra età, ribelli e soprattutto non ambientato un migliaio di anni fa! Per noi è più facile rispecchiarci nel protagonista, anche perché le differenze non sono colossali tra i giorni nostri e quelli. Bè l'unica differenza sarebbe che ormai non si riconosce più l'appartenenza al partito politico in base a quello che indossi. Una divisione che ti fa distinguere c'è comunque anche ai giorni d'oggi ed è quella che distingue persone appartenenti ai vari generi musicali: infatti ci sono quelli che si vestono da emo, da truzzi, da metallari, da rapper... Per il resto mi si sembra abbastanza uguale (bè noi non portiamo la birra per berla in bagno XD).

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  18. Beh ora che abbiamo letto tutto il libro posso dire che mi è piaciuto. Sentivo che l' emozioni di Alex a volte erano simili alle mie. L'adolescenza è davvero uno strano periodo, bisogna prendere tantissime decisioni. Comunque sono contenta di averlo letto,davvero.


    Marta Iselle

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