lunedì 31 maggio 2010

La Vespa: Un mito Senza Tempo


“... Martino guidava la Vespa e il Vecchio Alex se ne stava appollaiato dietro con la gola tutta secca. ...”Molto spesso, nel libro “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” viene citata il mito motociclistico. Ma come è nata la Vespa?

Il mito della Vespa trova le sue origini nel 1946 grazie al progettista aeronautico Corradino D’Ascanio, che disegna lo scooter più famoso di tutti i tempi. Questa azienda, genovese, era nata inizialmente come fabbrica di arredi navali e di aerei per l’esercito e dopo la seconda guerra mondiale si converte in casa motociclistica grazie soprattutto al progetto Vespa. Il suo celeberrimo nome deriva, sembra, da un’esclamazione di Enrico Piaggio che, durante il collaudo esclama “Sembra una vespa” per il caratteristico suono del motore e per le sue linee. La Vespa è innovativa sotto alcuni aspetti, che appunto la renderanno famosa: il primo di questi è il telaio, assente nella Vespa in quanto è la scocca stessa a sopportare il peso delle parti meccaniche e del guidatore, inoltre la posizione del motore è decisamente singolare, esso posto vicino alla ruota posteriore in modo tale da evitare l’uso di catene o similari, rendendo quindi più leggera la moto. La vespa è la prima ad avere una posizione classica da scooter, le precedenti moto infatti presentavano il serbatoio del carburante tra le gambe. Altro particolare è il cambio a manubrio, direttamente collegato alla frizione. Il primo modello del più famoso scooter d’Italia risale, come detto al ’46 ed era il prototipo MP5 Paperino, mai andato in produzione. Fino agli anni ’90 la vespa è sempre stata, anche nei numerosi modelli prodotti, monocilindrica, con cilindrata da 50cm3 a 200cm3, rigorosamente monocilindrica monoalbero a due tempi (la benzina è miscelata con olio da motore, in percentuale che varia dal 5% al 2%) e col cambio manuale. La Vespa classica “morì” nel 2008, quando esce di produzione l’ultimo modello a 2 tempi, la PX, lasciando spazio alle più moderne e meno inquinanti 4 tempi, chiudendo così l’era classica della Vespa. Tutti i modelli odierni hanno motorizzazioni a 4 tempi, con linee ammorbidite ma che comunque mantengono lo stile dei primi modelli. La Vespa è stata per tutti gli anni ’90 il simbolo dei giovani ed a essa è stata anche dedicata una canzone dei Lunapop.

Fonti: Wikipedia, enciclopedia Grolier e vari siti motociclistici.

Faggionato Leonardo

giovedì 27 maggio 2010

CL-Setta o movimento religioso?


Il movimento Comunione e Liberazione è stato fondato nel 1954 da don Luigi Giussani, che iniziò ad insegnare in un liceo di Milano, come proposta ai giovani nelle scuole, per seguire un percorso di fede allo scopo di porre la presenza di Cristo come l'unica risposta alle esigenze umane; inizialmente si chiamava infatti Gioventù Studentesca (GS). Il pensiero giussiano si basa su tre princìpi fondamentali: cultura, carità e missione, considerano infatti l'arte una delle più alte espressioni dell'uomo, vengono educati attraverso la “caritativa” non intesa come volontariato ma come educazione del cuore alla gratuità e, infine, tutto il movimento è missionario, fin dal 1960, quando degli studenti partirono missionari per il Brasile. Per quanto riguarda la politica, nonostante CL voglia presentarsi solo come un movimento ecclesiastico, ci sono vari episodi di intromissione nel panorama politico italiano: da ricordare ad esempio le polemiche riguardanti l'aborto o il divorzio. Il nome “Comunione e Liberazione” deriva dal titolo di un volantino diffuso dagli universitari del '69 che polemizzava sulla cultura del periodo: mentre la sinistra proclamava la rivoluzione come percorso di liberazione dell'uomo, i ciellini(gli aderenti al movimento CL) dichiaravano che tale via era percorribile solo nella comunione cristiana, con cui sarebbe possibile la vera liberazione. CL è molto presente anche nelle università (CLU), cosa assolutamente vista di cattivo occhio dal panorama studentesco generale, dato che, comunque, i “seguaci” non rispettano i valori posti dal fondatore, che dice infatti “CL in università è un fatto politico più che un fatto ecclesiale, e questo ci strozza”, infatti, molti ciellini, si espongono in politica, una gran parte di essi sono iscritti al Popolo della Libertà. Il movimento CL non è molto ben visto dalla popolazione più liberale: gli aderenti vengono spesso definiti “bigotti” e sono considerati dai giovani meno cattolici come un movimento che somiglia ad una setta, una sorta di mafia meno truce, che non uccide con i fucili, ma è organizzata allo stesso modo. Queste sono chiaramente considerazioni forse eccessive, ma piuttosto diffuse stando a quello che si trova in rete. Tutto questo è poi supportato dal fatto che molti giovani aderenti a questo movimento trovano facilmente importanti sbocchi lavorativi subito dopo la laurea, pur non avendo i requisiti necessari.

Laura Sanson

mercoledì 26 maggio 2010

ALEX...JOHN...JACK...RED HOT CHILI PEPPERS!



“Red Hot Chili Peppers” è il nome di un gruppo che si è formato a Los Angeles nel 1983.

Durante la loro storia hanno suonato vari generi, soprattutto il rock.

In origine il nome scelto dal bassista Micheal “Flea” Balzary, il cantante Anthony Kiedis e il chitarrista Hillel Slovak e il batterista Jack Irons, fu “TONY FLOW AND THE MIRACULOUSLY MAJESTIC MASTERS OF MAYHEM”. La prima comparsa in pubblico avvenne al locale “Rythm Lounge” e per l’occasione eseguirono “Out in L.A.”. Ebbero talmente tanto successo in questo piccolo locale al punto da essere invogliati a tornare la settimana successiva e di cambiare il nome in “Red Hot Chili Peppers”(RHCP).

Il primo disco(contratto con la EMI) non ebbe molti successi ne dal punto di vista commerciale ne dal tour che ne seguì soprattutto per i contrasti tra Sherman(il nuovo chitarrista, sostituiva Slovak che aveva a quei tempi un contratto con i What Is This?), Flea e Kiedis.

Il loro terzo album(The Uplift Mofo Party Plan”, nel 1987), entrò per la prima volta nella Billboard. Poco dopo il ritorno dal tour in Europa, Slovak(che nel frattempo aveva ripreso il posto di Sherman), fu trovato morto in un albergo per overdose. In seguito a questo fatto Irons lasciò la band per evitare problemi appunto, con la droga.

Al loro posto subentrarono grazie a delle audizioni Chad Smith e un John Frusciante solo diciannovenne.

Nel 1990 il gruppo lascia la EMI per la Warner Bros Records.

Il 24/09/1991 uscì “Blood Sugar Sex Magik” considerato il capolavoro dei Red Hot, oltre 12 milioni di copie vendute e considerato uno dei migliori album della storia del Rock internazionale.

Nel maggio del 1992 John alle prese con l’eroina e in contrasti con gli altri Red Hot lasciò il gruppo.

Sostituito da Dave Navarro, nel 1998 decise di seguire un programma per disintossicarsi e a Febbraio dello stesso anno fu invitato a tornare nella band(Navarro aveva abbandonato i RHCP nel 1997).

L’otto Giugno 1999 esce “Californication” l’album dei RHCP con il maggior successo commerciale, e l’album che per la prima volta entrò e rimase a lungo nelle classifiche d’Europa e del mondo.

Nel frattempo John oltre al gruppo si dedica anche a progetti personali, o per meglio dire solisti.

Mercoledì 16 Dicembre 2009 John decide di dedicarsi esclusivamente ai progetti solisti e quindi lascia nuovamente la band.

Lo stile di John molto orecchiabile e melodico è particolarmente presente nella canzone e nell’album “Californication” o nelle improvvisazioni durante i concerti in canzoni come “Around the World” e “Give It Away”.


...una delle più belle canzoni dei Red Hot Chili Peppers...
...almeno secondo me...e secondo Alex...

Elia Bonetto

domenica 23 maggio 2010

NINTENDO64 VS XBOX360, e non solo: confronto tra i passatempi degli anni ’90 e quelli di adesso



A sinistra tipici passatempi degli anni '90 contro quelli usuali dei giorni nostri, a destra



Come trascorrevano il loro tempo libero i ragazzi degli anni ’90? Alex, ad esempio, quando non aveva niente di importante da fare (praticamente quasi sempre!) prendeva la bicicletta e andava a farsi un giro per le vie di Bologna, oppure con la stessa andava a trovare la sua amata Aidi e trascorreva i pomeriggi con lei. Altre volte se ne stava tranquillamente in camera sua ad ascoltare musica. Questi sono tre dei più comuni passatempi degli inizi degli anni ’90, ai quali vanno aggiunti i giri in motorino, le partite di calcio per strada o comunque dove possibile, le “vasche” in centro e i pomeriggi piovosi trascorsi davanti alla tv a guardare Beverly Hills 90210, Otto sotto un tetto, Willy il principe di Belair… programmi più “infantili” e cartoni animati come i Power Rangers, Batman, Sailor Moon, Holly e Benji (trasmessi per lo più da Bim Bum Bam). Importante fu anche l’uscita nel 1996 della mitica console Nintendo64 con giochi come The Legend of Zelda, Ocarina of Time e Super Mario 64. Fu predecessore dei vari Game Boy e della Nintendo Wii e rivale della Play Station che in quegli anni (1995) lanciava in Europa il primo modello.
Oggi molte cose sono cambiate. Le bici non si usano più così spesso e generalmente si esce molto meno di casa anche durante bellissime giornate di sole. Ora i passatempi si possono riassumere principalmente in cellulari, con i quali si possono fare le cose più disparate: dall’ascoltare musica a navigare su Internet, ma soprattutto inviare SMS/MMS agli amici; videogiochi, evoluti ormai in una maniera pazzesca, dalla Play Station 3 alla Nintendo Wii sopra citata fino alla XBOX360, che sta addirittura progettando dei giochi in 3D; infine i social network come Facebook che permettono dal proprio computer di casa di chattare con tutti gli amici in linea, di condividere foto, di conoscere gente nuova e tanto altro. Anche il mondo televisivo si è ingrandito e ora i programmi proliferano alla grande, dai più stupidi e inutili come i reality show a quelli veramente interessanti come alcuni documentari e tutti rigorosamente seguiti, forse più i primi dei secondi…
Ecco allora che i giovani d’oggi, con tutte queste piacevoli e divertenti tecnologie a portata di mano, trascorrono sempre più il tempo libero rintanati in casa e magari soli. Certo, non esageriamo! I giri in centro non hanno perso popolarità e in estate i partitoni di calcio si disputano ancora, però questi momenti si sono molti ridotti. Ciò che si è assottigliato soprattutto è il rapporto umano tra le persone: chattando su Facebook e “messaggiando” con i telefonini tutto diventa impersonale e alle volte addirittura automatizzato… non come negli anni ’90 che si andava porta a porta per trovarsi in compagnia! Questo fa pensare e porta alla fatidica domanda che in molti si pongono: non è che oggi viviamo troppo agiatamente e sarebbe meglio tornare alle vecchie abitudini, a cominciare dai passatempi, più salutari e “sociali”?

Luca Mattarolo

venerdì 21 maggio 2010

Happiness is a warm gun (In your hand)



«Nel corso di quei giorni, era come se lui fosse finalmente riuscito ad abbracciare il verso dei Beatles, lo strano verso che dice “Happiness is a warm gun”, che fino a quel momento gli era paeso una specie di metafora un po' pittoresca o uno spunto buono per un manifesto pubblicitario.» tratto da “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, pag.93.

Happines Is A Warm Gun è una canzone pubblicata nel 1968 dai Beatles. Fu proprio uno slogan pubblicitario della nota NRA (National Rifle Association), comparso in una rivista, a ispirare John Lennon e dare alla canzone proprio quel titolo. Molto probabilmente rimase sconvolto dal fatto che qualcuno potesse paragonare la felicità ad “un'arma calda”. A dire che poi lui stesso fu assassinato da quattro colpi di pistola farebbe risaltare ancora di più gli effetti inquietanti del brano. Inoltre la canzone contiene tanti altri significati, altrettanto mistici, come l'uso della droga (nel verso “I need a fix 'cause I'm goin' down”, che significa letteralmente “Ho bisogno di stabilità perché sto andando a fondo”) e il Rock'n'Roll (Lennon dichiarò che la canzone avrebbe dovuto essere una specie di "storia del genere Rock'n'Rroll", sottolineata anche dai frequenti cambiamenti di stile e di ritmo)... Comunque sia, la prima ispirazione per la canzone nasce dal pacifismo di Lennon.

La canzone è stata presa come punto di riferimento ai sentimenti di Alex quando la vicenda prende una piega alquanto negativa: quando ormai sa che dovrà lasciar partire Aidi... Come tutte le metafore della canzone, se è possibile chiamarle così, che hanno tutti quei doppi sensi e non si sa quale sia quello esatto, così anche la situazione di Alex è complicata. Anche se sa che soffrirebbe molto se si innamorasse veramente di Aidi, lui continua a provarci senza arrendersi. Proprio come un arma che può portare la felicità con il dolore, anche il ricercare la felicità con qualcuno che non ci sarà più di lì a poco può provocarne molto... A questo punto il protagonista capisce che tutto ciò che è bello scompare troppo presto senza pensarci due volte: il suo amore caldo come l'arma scomparirà come uno sparo... e lui rimarrà da solo. A soffrire nel dolore come una persona a cui hanno appena sparato.



Video musicale:



Nemanja Rajic

martedì 18 maggio 2010

RAGAZZI E RAGAZZE: variopinte fantasie a confronto




Chi non ha avuto almeno una volta l'occasione di avvicinarsi ad un gruppetto di sesso maschile e di sentir qualcuno raccontare le proprie esperienze in campo sessuale?
Si tratta di argomenti che per noi adolescenti sono tipici dell'età, legati a desideri e fantasie varie.
Ogni luogo è buono per ritrovarsi tra amici e scambiarsi qualche opinione (dalla parrocchia al cinema, dalla scuola alla piscina...); ovunque ci si può incontrare per raccontare le nostre esperienze ed ascoltare quelle altrui.
In un gruppo più o meno numeroso non tutti si comportano allo stesso modo nel relazionarsi con questo argomento: c'è chi volendosi distinguere dagli altri mette in risalto le proprie doti di “conquistatore”, vantandosi di aver già avuto una o più relazioni con molte ragazze anche più grandi di lui, ma c'è anche chi tiene tutto per sé e non parla mai.
Si tratta di ragazzi timidi che ascoltano ciò che dicono gli altri, ma che non hanno il coraggio di esprimersi e di condividere il loro parere con gli altri membri del gruppo (magari per vergogna o per paura di fare brutta figura).
In conclusione, nelle fantasie sessuali giovanili del sesso maschile, anche se non tutti hanno lo stesso modo di agire ed indipendentemente dal carattere, siamo tutti concordi nel sottolineare che si tratta di una tappa della vita che prima o poi tutti dobbiamo affrontare e che essa è fondamentale per la crescita di ogni persona.

Denis Guerra



Ebbene sì, a chi non è mai capitato di trovarsi sommerso in una discussione piccante tra amici? Tra gli adolescenti (e non solo!) è normalissimo che escano fuori discorsi di tutti i generi legati alle esperienze o desideri sessuali che fanno impazzire gli ormoni di tutti. Così il salotto, la pizzeria, lo spogliatoio, la sala della parrocchia e qualsiasi altro luogo d'incontro possono diventare lo scenario di racconti che molto spesso sembrano essere frutto di una fantasia a dir poco stupefacente. Tendenzialmente si pensa che siano solo i ragazzi a parlare di certe cose ma, in realtà, anche l'altro sesso non scherza affatto. Nel tipico gruppetto di amiche si identifica sempre colei che ama raccontare tutte le sue avventure senza farsi troppi scrupoli e, molto spesso, arricchisce i suoi discorsi con particolari inventati che rendono più entusiasmante quello che sta dicendo, poi c'è sempre la timidona che tiene tutto per sé e non vuole parlare con le amiche delle sue esperienze, poi c'è quella che rispetto alle compagne si è presa un po' indietro e che quindi ascolta tutto a bocca aperta sperando di poter vivere un giorno tutto ciò che per le altre sembra ormai diventato abitudine.
Insomma, indipendentemente dal carattere, siamo un po' tutti accomunati da questo vizio che ci porta a colorare vivacemente i nostri racconti oppure ad ascoltarli con un un interesse che metà basterebbe per prendere dieci in una verifica di matematica!

Alessia Zaroccolo

lunedì 10 maggio 2010

TRA LE RIGHE DI "JACK FRUSCIANTE È USCITO DAL GRUPPO"



Oltre alle innumerevoli citazioni musicali, nel romanzo sono presenti anche molti riferimenti letterari che prendono in considerazione libri scritti da altri autori, spesso per creare delle similitudini. Creano, quindi, una sorta di “integrazione”, comparando alcuni degli aspetti principali del libro a quelli citati. Il giovane Holden, del 1951, è il romanzo di formazione maggiormente riportato tra le righe di “Jack Frusciante”. Lo scrittore americano Jerome David Salinger racconta la storia di un sedicenne che si ribella al mondo in cui vive. Alex, il protagonista del racconto di Enrico Brizzi, e Holden, hanno molti aspetti simili: l’età, il taglio di capelli, l’odio verso la scuola, il vivere un’amicizia importante. E il fatto che in entrambi i romanzi sono presenti i loro pensieri e criteri interrompendo il progredire della storia. Come Holden, Alex vive quel momento della vita in cui avviene una formazione, una maturità, conoscendo emozioni e impulsi nuovi, estraendosi perciò dalla vita precedente. Per esempio l’innamoramento. L’amore che Alex prova per Adelaide è comparabile a quello che Holden sentiva per Jane. Entrambe le storie si basano su un’amicizia vera, avvicinandosi poco a poco senza mai esagerare. In questo punto Enrico Brizzi si collega al libro “Il piccolo principe”, del 43’. Antoine de Saint-Exupéry, scrittore e pilota francese di cui è ancora ignota la morte, scrive questo racconto che a prima vista potrebbe sembrare infantile, ma che racchiude i sentimenti più importanti: amicizia, fiducia e amore. La volpe e il piccolo principe instaurano un rapporto conoscendosi e fidandosi cautamente, come i nostri protagonisti (Alex e Aidi). Pier Vittorio Tondelli, uno scrittore italiano del 1955, citato spesso dall’autore di Jack Frusciante, diventa gestore del teatro del suo paese (Correggio), lavorando anche allo spettacolo basato proprio sul libro “Il piccolo principe”. Anche “Due di due” di Andrea de Carlo è presente per comparare la storia tra Alex e Adelaide. Il romanzo, del 1989, tratta la storia di due ragazzi, Mario e Guido, che si conoscono tra i banchi di scuola al liceo, conoscendosi pian piano. Tra i due nasce un legame forte, che non viene distrutto nemmeno dal loro distacco, alla fine della scuola. Anche Aidi deve separarsi da Alex a causa della partenza verso gli Stati Uniti. In “Jack Frusciante”, però, non scopriamo solo il lato “romantico” di Alex, bensì anche quello “ribelle”. Per questo motivo viene nominato il romanzo “Sulla Strada” di Jack Kerouac, un esponente della beat generation, che pubblica il libro nel 1957. Parla del desiderio di alcuni ragazzi di avere una vita fatta solo di esperienze, tra cui alcol, sesso e viaggi all’estero. Questo modo di vedere le cose ricorda molto Alex, le sue “serate etiliche” e il bisogno di scoprire quella parte di mondo a lui sconosciuto.

Giulia Vigolo

giovedì 6 maggio 2010

1992:perchè il sistema faceva acqua


“ Tutto era cominciato un mattino d'inverno, il 17 Febbraio 1992, quando, con un mandato d'arresto, una vettura dal lampeggiante azzurro si era fermata al Pio albergo Trivulzio e prelevava l'ingegner Mario Chiesa, esponente del Partito Socialista Italiano .
Lo pescano mentre ha appena intascato una bustarella di sette milioni, la metà del pattuito, dal proprietario di una piccola azienda di pulizie che, come altri fornitori, deve versare il suo obolo, il 10 per cento dell'appalto ”
(Enzo Biagi)


La Milano “da bere”, la Milano del benessere, del lavoro, dell'industria, la Milano degli anni '80, la Milano di Bettino Craxi.
E' da questa Milano in esplosione economica che parte la rivoluzione.
Questa rivoluzione, che scoverà il fior fior della società italiana, dai politici, agli imprenditori, ai ministri, ai deputati ,ai senatori della repubblica ,agli ex presidenti del consiglio con le mani davvero sporche.
Sporcate irreparabilmente da anni di bustarelle e miliardi di lire sottobanco.
E ,purtroppo, non basterà il sapone a lavare le colpevoli mani degli imputati che crearono un vero e proprio stato di guerra, di guerra allo stato e a tutto ciò che si può chiamare giustizia.

“Chi prende il potere allunga le mani, chi sfugge al dovere se ne lava le mani , le mani, che sanno tradire, che sanno soffrire e che sanno sbranare.
Le mani spietate che danno la fine, le mani assassine, le mani legate, le mani ferite, le mani pulite… “

In questo caso il primo ad essere beccato con “le mani nel vasetto della marmellata” fu proprio Mario Chiesa, segretario del partito di Craxi, uno dei gestori degli appalti nella Milano fine anni '80.
Appalto è un termine che indica un concorso pubblico ed imparziale per affidare a degli imprenditori dei lavori pagati dalla pubblica amministrazione quali, ad esempio, la costruzione di autostrade.
Ma quasi mai la clausola dell' imparzialità fu rispettata.
Bastò allungare al ministro di turno, al segretario di partito, al sindaco di larghe vedute qualche “mancetta” e l'appalto era garantito.
Questa macchia di disonestà si allargò ben presto oltre i confini di Milano, raggiungendo personaggi di spicco della società Italiana di ogni ideologia politica.
Il protagonista di questa max-indagine fu l'allora sostituto procuratore Antonio Di Pietro,che dopo anni di indagini , portò alla luce un numero spropositato di casi, di testimonianze e di confessioni.
Soprattutto per questo, si contano a decine i suicidi eccellenti, giudicati poi solo degli atti di vigliaccheria per chi si era fatto troppo tardi una coscienza.
E forse un po' di moralità e di onestà non avrebbero davvero guastato.


Francesca Baldisseri

sabato 1 maggio 2010

La politica giovanile negli anni Novanta



“Parlavano anche di politica, i ragazzi del bagno. Si sentivano rossi, radicali, anarchici. Odiavano, ricambiati, gli stronzi nazisti che proliferavano nella loro scuola, figli di figli di bottegai, commercialisti, dentisti, figli di un’ignoranza italiana senza complessi. […] (i ragazzi del bagno)… soprattutto odiavano i pinocchi di piombo delle organizzazioni di partito…”

Per organizzazioni di partito si intendono solitamente diverse sezioni under 18 di partiti politici veri e propri. Spesso, ideali politici legati a questo genere di organizzazioni andarono a formare vere e proprie forme di culture giovanili attive ancora tutt’oggi.
Per culture giovanili si intendono usi e costumi con cui una parte di giovani e adolescenti sceglie di differenziarsi dalla culture del periodo in cui vivono, talvolta queste culture prendono il nome di subculture.
Come ho già citato sopra, molto di queste organizzazioni sono tutt’ora attive. Cito ora alcuni tipi di organizzazioni giovanili di partito:

 Lotta Continua (LC), fu, in un periodo compreso tra la fine degli Anni Sessanta e la prima metà degli Anni Settanta, una delle più grandi formazioni extraparlamentari della sinistra italiana, di orientamento comunista rivoluzionario. Fece parte dell’LC il giornalista e scrittore Gad Lerner.

 Fronte della Gioventù (FdG), è stata un’organizzazione derivata dal Movimento Socialista Italiano (MSI), nata nel 1972 e dal 1996, dopo la formazione del partito di Alleanza Nazionale, prese il nome di Azione Giovani (AG).

 Sinistra Giovanile (SG), è stata un’organizzazione derivata dallo scioglimento nel 1990 della parte giovanile del Partito Comunista Italiano, ossia la FGCI, quindi si denota subito lo stampo prettamente di sinistra dell’organizzazione, difatti costituiva il ramo giovanile del partito dei Democratici di Sinistra (DS), ma con il confluire di quest’ultimo nel Partito Democratico, la SG è confluita a sua volta nell’organizzazione dei Giovani Democratici.

 Lotta Comunista, un partito politico antiparlamentare rivoluzionario e internazionalista, basato sulle idee di Marx, Engels e Lenin.

 Comunione e Liberazione (CL), è un movimento ecclesiale cattolico che si caratterizza per una forte propensione alla presenza attiva dei suoi esponenti (detti ciellini) nella società e nelle istituzioni.

 Veneto Fronte Skinheads (VFS), organizzazione politica di estrema destra fondata nel 1986.

Carlan Gian Marco

Le vacanze studio all'estero: imparare divertendosi!


“… Due settimane in Inghilterra, e tra la preoccupazione di trovare la corriera giusta per Heatrow e il viaggio di ritorno verso Londra, erano rimasti incastrati solo il corso d’inglese e le facce tipo Benetton di Paulos…”

Dal libro "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" pag. 136

La vacanza studio è un viaggio che una persona effettua in un paese straniero con l’intento di impararne la lingua e la cultura. Il soggiorno all’estero, la cui durata varia a seconda del viaggio, viene intrapreso perlopiù da ragazzi adolescenti e solitamente si svolge nei mesi estivi (giugno, luglio, agosto).
Vi sono vari tipi di vacanze studio ma, normalmente, il pacchetto offerto dalle aziende organizzatrici è più o meno uguale per tutte: il viaggio di andata e ritorno, il corso di lingua che si differenzia a seconda del livello (base, medio e avanzato), il soggiorno nello Stato ospitante che può essere in college, in residence o in famiglia e, a seconda dell’agenzia organizzatrice, delle escursioni o delle gite al di fuori dell’orario scolastico che permettono allo studente di stare a stretto contatto con la lingua del paese. La giornata “tipo” di uno studente durante il soggiorno è divisa tra lezioni al mattino e svago e divertimento al pomeriggio e alla sera. Il prezzo di una vacanza studio dipende dalla distanza dal paese prescelto o le offerte citate dall’agenzia. Per esempio un viaggio in Canada di due settimane può venire a costare anche 3000 euro.
Le vacanze studio più gettonate sono quelle indirizzate verso paesi dove la lingua madre è l’inglese. Le destinazioni favorite sono l’Inghilterra (come farà Alex nel libro “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”), la Scozia, l’Irlanda e, a seguire, mete oltreoceano come USA, Canada e Australia (dove il soggiorno può durare anche 3 mesi!). Recentemente sta prendendo sempre più piede la vacanza studio presso l’isola di Malta, anch’esso luogo ideale per apprendere l’inglese. Ovviamente esistono vacanze studio adibite all’apprendimento di altre lingue importanti come lo spagnolo (Spagna), il tedesco (Germania e Austria) e il francese (Francia), così come altre lingue “meno” importanti quali il cinese (Cina), il portoghese (Portogallo e Brasile), l’arabo (Marocco e Egitto) e il russo (Russia).

Alessandro Bregalda