venerdì 2 aprile 2010

STRAIGHT EDGE, FRED PERRY E DOCTOR MARTEN’S - STILI DI VITA DEGLI ANNI NOVANTA


…molto attento ai vestiti – polo fred perry, maglioni di marca, anfibi doctor martens – aveva un lessico da guerriero della notte e una vespa special blu da finto lumpen […] Alex era uno straight

Edge

(tratto da Jack Frusciante è uscito dal gruppo_ Enrico Brizzi)


Sei cresciuto negli anni ‘90 se…

Ricordi tutti e cinque i nomi delle spice girls, costumi orrendi compresi

Giocavi al nintendo 64

Eri un’appassionata/o di beverly hills 90210

Ascoltavi la musica alla radio, massimo con il mangianastri!

Compravi il calippo fizz alla cocacola e il luke

I power rangers erano il telefilm più bello del mondo e subito dopo venivano otto sotto un tetto e willy il principe di belair

Giocavi con l’hula hop

Barbie era ancora sposata con ken

Giocavi a twister (ed eri ingenuo abbastanza da non pensare a strane mosse)

Compravi Cioè e andavi orgogliosamente in giro con tutte le cianfrusaglie che vi erano allegate (se sei femmina)

Hai visto Titanic almeno tre volte, di cui due al cinema e di fila

Non esistevano internet e gli sms e ci si chiamava ancora a casa per mettersi d’accordo per le uscite

Gli insegnanti ti facevano leggere i ragazzi della via pal, piccole donne e l’isola del tesoro

Giocavi coi lego e crystal ball!

Ti stai ancora chiedendo come facesse puffetta a soddisfare le voglie di tutti i puffi!

Hai ancora la tua collezione di schede telefoniche

[tratto da:http://www.strabello.it/2008/02/21/i-ragazzi-degli-anni-90/]


Qui sopra sono elencati alcuni degli aspetti che risaltavano negli anni Novanta. Anni lontani e fantastici per chi ne parla ancor oggi con gelosia e forse anche un po’ di nostalgia.

In quelli anni si diffondeva inevitabilmente uno stile nel vestire associato all’epoca storica; un po’ come ogni generazione d’altronde. Lo Straight edge era uno dei tanti stili presenti, e viene definito come uno stile di vita che prevede assenza di : tabacco, alcol, droghe, sesso occasionale, e si dichiara convinto vegetariano e (in alcuni casi veganiano). La storia del sXe (simbolo con il quale si indica lo Straight edge) deriva da un movimento Punk e il fautore fu Ian McKave. Agli inizi degli anni 80, seguendo le basi dei movimenti punk, gli straight edge seguirono proprio tali ideali come: disprezzo per la scuola, del lavoro ed erano individualisti. Si diffuse inizialmente negli USA seguito dal Canada. Nei primi anni '90 gli “straight edge militanti” erano una presenza ormai stabile nella scena hardcore mondiale, ed erano spesso considerati violenti. Questi cosiddetti “militanti” non tolleravano i non straight edge e orgogliosi della propria appartenenza erano portati anche ad utilizzare la violenza per diffondere le loro idee. In questo periodo il veganismo (=non mangiare nulla di origine animale) divenne sempre più importante e gruppi famosi si mostrarono sensibili verso i diritti degli animali. Dopo gli anni 90 gli aspetti più estremisti degli straight edge cominciarono a scomparire. Il simbolo degli straight edge è una “X” che si segna su entrambe le mani. L’origine di questo simbolo risale ad un concerto dei Teen Idles durante il quale, non avendo l’età per consumare alcolici venne segnata una x sulle mani all’intera band, di modo che non gli fossero serviti alcolici. Nel libro di Enrico Brizzi si trova scritto “…molto attento ai vestiti – polo fred perry, maglioni di marca, anfibi doctor marten’ s”. Fred Perry fu un noto giocatore di tennis Britannico vincitore per ben tre volte del prestigioso torneo di Wimbledon. L’altrettanto nota, marca di abbigliamento “Fred Perry” deriva proprio dal nome del tennista stesso. Negli anni ’90 indossare polo Fred Perry significava appartenere ad una classe di ragazzi, spesso di destra, che tutt’ora verrebbero definiti figli di papà. Per i ragazzi politicamente di sinistra si associavano eskimo, puma rosse e magliette appartenenti ai gruppi musicali preferiti. A questo si aggiungono gli anfibi “doctor martens”, di origine inglese, i quali molto di moda a quell’epoca e ancor oggi in vendita.


Marco Gasparotto

14 commenti:

  1. Gli anni non sono proprio cambiati. Ora non sono presente in modo così evidente gli Straight Edge, almeno in Italia, e i figli di papà nascondono ben bene la loro identità, ci sono però lo stesso categorie di persone ben definite, alcuni esempi sono fattoni, truzzi, metallari e chi più ne ha più ne metta. Una compagnia di metallari sarà sempre in lotta con dei truzzi, come una di destra lo sarà sempre con una di sinistra. Certe regole del mondo dei giovani, penso che non cambieranno mai.

    Federica Magnabosco

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  2. È proprio vero che gli anni non sono proprio cambiati: ancora oggi i giovani si distinguono in vere e proprie categorie e lo fanno vestendosi in modi differenti, utilizzando molteplici accessori e in tanti modi diversi. Sicuramente un ragazzo che indossa una Fred Perry viene immediatamente inserito in una categoria diversa rispetto agli altri ma questo vale anche per un determinato tipo di scarpe, per dei pantaloni o per una cintura; una persona si veste in base a come si sente, in base a come vuole apparire agli occhi della gente e in base a quello che vuole trasmettere vestendosi in quel determinato modo rispetto ad un altro. Penso che è proprio bello che i giovani siano in grado di differenziarsi tra di loro anche in base a come si vestono e, secondo il mio modesto parere, è positivo che questa tradizione si sia protratta negli anni.
    Alessia Zaroccolo

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  3. Beh, diciamo che i nomi delle Spice Girls non li so a memoria (e penso non sia una grave mancanza!!!), però lego, Power Rangers e soprattutto il caro vecchio bussolotto chiamato Nintendo 64 (ce ne ho ancora 2!) me li ricordo benissimo! Per quanto riguarda il fatto di come una persona si vesta, penso che non sia così significativo per distinguersi nella società. Cioè vi sono alcuni casi: come gli Straight Edge avevano le X sulle mani e alcuni figli di papà la polo Fred Perry, adesso guai che un truzzo non sia vestito di marca (e contento lui di vantarsene e di deridere chi invece preferisce la tuta da ginnastica). Alla fin fine uno può indossare quello che vuole, è ciò che si pensa e che si ha dentro che ci contraddistingue dagli altri e quasi mai tutto questo può essere riassunto da un capo d'abbigliamento.

    Luca Mattarolo

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  4. Le puma rosse, erano le mie, pure le Doctor Martens che quest'anno festeggiano i 50 anni.
    Oggi vedo meno differenziazione nell'abigliamento tra gli adolescenti. Un tempo da un vestito si capiva subito l'appartenenza politica, oggi il mondo dei giovani mi sembra meno politicizzato. Forse è un bene, o forse no. Ma di fatto noto meno condizionamenti nell'abbigliamento politicizzato e molti di più in quello che è semplicemente il seguire la moda.

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  5. Anch'io ho le Puma rosse, e ho anche un eskimo (quello militare, della germania dell'est), tutte cose che cercando in giro le ho trovate in casa (erano di mio fratello). L'eskimo l'ho portato l'anno scorso, poi si è rivelato un po' troppo pesante e ora lo uso poco, mentre le puma rosse sono riuscito a trovarle solo pochi giorni fa.

    In effetti non è cambiata moltissimo la situazione, solo, come dice il prof, il mondo dei giovani è molto meno politicizzato e io penso che non sia affatto un bene, perchè gente che non ha passione politica è gente che non ha capacità critica, che non ha ideali, che non ha passione storica e che non è coerente. Io penso che una persona debba prendere una posizione e debba manifestare le proprie idee e non aggegarsi al gruppo che lo ispira di più semplicemente per l'aspetto.

    Non credo che Luca si possa rispecchiare in uno che è cresciuto negli anni novanta, poichè non l'ha fatto. Sono in parte d'accordo con lui quando dice che difficilmente ciò che si pensa e che si ha dentro può essere riassunto da un capo di abbigliamento, in quanto non si può riassumere una persona, ma la si può collocare in una certa posizione, ad esempio uno che semplicemente segue le mode è uno che proprio non ha spirito critico, un conformista, uno che pensa per sentito dire, cioè è la moda che pensa per lui, un metallaro è un maniaco della musica metal e tutto ciò che gli sta dietro eccetera. In conclusione non si può capire tutto ciò che una persona è e pensa dal vestiario, ma ci si può fare una grossolana idea (che non è detto che coincida nella totalità dei casi, ma in gran parte si).

    Stefano

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  6. Certamente sono d'accordo con Stefano, bisogna avere un minimo di interesse politico per avere capacità critica e di conseguenza non seguire la massa.
    Per quanto riguarda l'abbigliamento sono d'accordo con il prof, penso infatti che ai giorni nostri non ci sia nessun capo in particolare che identifichi la politica dei giovani come una volta. Talvolta rispunta fuori qualche accessorio come la kefiah, un tempo simbolo di patriottismo palestinese e da noi adottata per indicare un simpatizzante di sinistra. Come ogni cosa però, quando si vede che inizia a vendere diventa un accessorio alla moda e così da quando hanno iniziato a produrle in diversi colori invece del classico bianco e nero, ha iniziato ad essere utilizzata da tutti perdendo il suo significato originario.
    Sicuramente quindi negli anni 90' più che ai giorni nostri la politica era vissuta in modo diverso e il suo simbolismo era molto più forte.

    Diego

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  7. Io sono d'accordo con Stefano solo in parte. Secondo me è giusto avere le proprie ideologie politiche appunto per confrontarsi anche con chi la pensa diversamente e anche per non diventare conformisti. Però, secondo me, se una persona manifesta pubblicamente le proprie idee politiche, rischia di incappare in moltissimi pregiudizi da parte di chi la pensa diversamente. Quindi secondo me è giusto averle, ma è meglio tenerle in parte per se e non renderle troppo note. Il post di Marco (perché è di quello che si dovrebbe parlare) è molto dettagliato e interessante che spiega quanto sono cambiate le cose dagli anni in cui siamo nati noi agli anni in cui viviamo attualmente.

    Gian Marco

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  8. Anch'io sono d’accordo con Stefano. Io che non ho interesse politico non cerco di schierarmi, anche se a volte mi piacerebbe saperne qualcosa. Comunque ognuno, secondo me, non è obbligato a far parte di un partito solo per i vestiti che porta. Se a qualcuno piace vestirsi come i comunisti, nessuno gli vieta di assumere quello stile anche se politicamente è di destra. Bel post!

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  9. Sono d'accordo con Stefano che il fatto di non avere degli ideali politici sia una cosa non coerente, sebbene io non ne capisca tanto di politica mi interesso di essa. Sono d'accordo con lui anche sul fatto che la moda impedisce alle persone di avere uno spirito criticano e fa le scelte al loro posto, infatti una persona quando vede che qualcosa va di moda non bada più a capire se veramente ha bisogno di quella cosa, o se veramente la vuole, ma la compra e basta solo perchè lo fanno gli altri. La moda in questo modo rovina molte ideologie, molti pensieri. Un esempio ne è la kefiah, ci scommetterei l'osso del collo che moltissime persone che ce l'hanno non sanno cosa sia, cosa è stata, cosa significhi. Sebbene io sia metallaro, o meglio, a me piace ascoltare la musica metal, devo dire che conosco molte persone che si vestono come degli assatanati ma non sanno nemmeno come si chiama il cantante dei metallica: ecco, questo è l'effetto della moda! essa ti spinge a non pensare con la propria testa ma a seguire quello che fanno gli altri, spinge al conformismo. Personalmente io credo di non seguire la moda che si "applicherebbe" al mio stile, non ho mai comprato, e non credo lo farò, i classici giubbotti di cuoio ( ad esempio quello indossato dal tipo all'inizio del video di Die for metal dei manowar) perchè non credo sia indispensabile e non ho niente da dimostrare per cui varrebbe la pena comprarlo. Ad ogni modo non sono d'accordo con quanto detto alla fine con Giulia, cioè è vero che uno si può vestire come vuole, su questo non ci piove, ma uno per essere una persona coerente dovrebbe pensare cosa sta indossando, ad esempio nel caso della kefiah si dovrebbe capire cosa si sta indossando, ma per le All Star della converse è uguale!. Per tornare nel post, bravo Marco, il post è completo, ben strutturato e interessante. Condivido la tua scelta circa la citazione di Strabello.

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  10. bene ragazzi, sapete che la mia tesi di laurea parlava della simbologia dell'abbigliamento? magari un giorno ve la porto. io a 16 anni avevo la Kefiah bianca e rossa, simbolo dei marxisti palestinesi, nonostante io sia di origine ebraica. La indossavo perchè mi dava un senso di appartenenza, ero schierato in modo piuttosto definito, facevo parte di un gruppo politico di studi marxisti leninisti, e la Kefiah contribuiva a darmi una certa identità. Non me ne faccio una colpa, a sedici anni si può fare. Nel corso del tempo alcune idee estreme si sono affievolite, ora non mi sento legato ad alcun partito, ma a sedici, diciotto anni, credo sia quasi un dovere avere posizioni estreme,o quasi.Credo piuttosto siano ridicoli i trentenni che sentono ancora la necessità di giocare a fare i leghisti con le camicie verdi, gli skin heads con le teste rasate o i Nodalmolinari con le loro tuniche colorate. Da adolescenti mi sembra più normale cercare anche in modo esagerato un'appartenenza,l'importante è farlo con coerenza. In ogni caso, quando si indossa un capo d'abbigliamento che ha una connotazione politica ( è il caso delle kafiah)bisogna sapere cosa si sta facendo, conoscerne un minimo la storia. Anni fa un mio amico modaiolo, che aveva comprato una bellissima kefiah bianca e viola ( quindi senza significato perchè originariamente sono o nere o rosse)è stato picchiato da un gruppo di Skin, senza motivo. Giusto per la cronaca il mio amico era di destra ma appassionato di abbigliamento etnico, lui non aveva associato la politica all'indumento, gli altri si. E' stato un suo errore di leggerezza. La Kefiah era tornato prepotentemente nel 94' proprio a Bologna, nel 95 a Vicenza e fino al 97-98 si vedeva molto in giro. POi stop per una decina d'anni, oggi è tornato, anche se con minore connotazione politica. Si Wikipedia c'è una bella spiegazione su cosa sia e cosa significhi la kefiah, leggetevelo se avete voglia.
    Prof. Ariot

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  11. Stefano, hai perfettamente ragione, non posso identificarmi in una persona cresciuta negli anni '90, però non intendevo assolutamente dire una cosa del genere! Mi sono espresso evidentemente male, con l'inizio del mio precedente commento volevo dire che, sebbene fossi piccolo in quegli anni, ricordo lo stesso e con piacere il Nintendo 64, i Power Rangers e i Lego; ma con ciò non mi paragono ad una persona cresciuta e non solamente nata negli anni '90... spero di aver chiarito la questione.
    Comunque per il discorso della coerenza se ne potrebbe parlare molto... secondo me è sbagliato essere sempre, sistematicamente, perennemente coerenti. Detto che probabilmente sono veramente poche le persone che possono definirsi perfettamenti coerenti con le loro posizioni, tu Stefano sei indubbiamente molto coerente e sai quel che fai, per esempio restando nell'argomento sai cosa indossi e ogni indumento ha un suo perchè nel tuo abbigliamento, questo ti fa molto onore. Ciononostante la troppa coerenza a volte non è positiva, secondo me: escluderebbe dalla vita di una persona la possibilità di cambiare, di migliorarsi, di rendersi conto che magari certi atteggiamenti che per coerenza si adottano potrebbero essere rimpiazzati da altri, incoerenti ma migliori. La coerenza spinta potrebbe rivelarsi essere una droga da cui potrebbe risultare difficile separarsi.
    Tante persone dovrebbero essere più coerenti con ciò che dicono, a partire da quelle che siedono comode in Parlamento e al Senato, ma non esageratamente.
    Spero di essermi spiegato abbastanza bene, comunque ricordo che questa è una mia opinione personale.
    Luca Mattarolo

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  12. La moda è incostante, mutevole. Mode che vanno, mode che vengono, mode che ritornano...jeans a vita bassa,globe, capelli lunghi spariscono e poi ritornano. Mi vengono in mente i francesi (chissà perchè). La moda può essere anche un modo per differenziarsi dal resto del gruppo: punk, metallari, truzzi, emo seguono una moda (o almeno penso io).

    Samuele Saggiorato

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  14. dai 60's ai 90 sempre in FRED!

    http://dandycapp.blogspot.it/

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