venerdì 11 giugno 2010

INCIUCIAMOCI!!!!

Fra una sigaretta e l'altra e un bicchiere di spritz abbiamo anche il tempo di guardarci attorno. C'è a chi piace la ragazza sexy, a chi piace il ragazzo volubile, chi rimane fermo al principio “io non mi fermo all'aspetto fisico ma guardo il carattere”. Tutti abbiamo un obbiettivo, ma tutti cadiamo nello stesso errore. Aspettiamo il sabato sera, andiamo alla festa più gettonata, e appena arrivati i nostri occhi si fiondano su qualcuno. Ed è così che tutti entriamo nel tunnel degli “inciuci”.

Ma come nasce un inciucio?

Può capitare che nascano attraverso amici di amici, con la classica uscita a 4; oppure chissà ci si conosce per caso e si sentono quelle “farfalle allo stomaco”. Poco a poco ci si scambia il numero, si fanno le prime uscite, un aperitivo e via e si sente che sta nascendo qualcosa. Ed è proprio qui che potrebbe scappare il primo bacio, magatri per scherzo in una serata tra amici. A volte si va oltre ma a volte no. Ed ecco magari che nascono le prime incomprensioni. Chi voleva solo divertirsi, chi aspettava con ansia la storia seria, chi ha usato un altra ragazza/o per dimenticarne un altro/a e avanti così.

Gli “inciuci” sono esperienze passeggere, sono situazioni che si creano per caso per divertimento, oppure come Alex e Aidi per amore non espressamente dichiarato. Tira e molla che ci possono anche far star male.

Possiamo solo sperare che ciò che noi oggi chiamiamo “gioco” in un futuro non molto lontano potremo chiamarlo realtà.


Carolina Fanchin

LA STRAGE FALCONE

Falcone Uno dei momenti cruciali dello scorso decennio è senza dubbio la Strage di Capaci, avvenuta il 23 Maggio del 1992. In questi stessi anni ci fu tangentopoli e quindi crollò la prima Repubblica con l’inizio della seconda e la candidatura di Berlusconi. In questo periodo di cambiamenti vive Alex, che sente quotidianamente queste notizie come se fossero normalità. La strage di Capaci è stata causata da 500 chili di tritolo posizionati sotto l’autostrada (A29) che provocarono una forte esplosione. Questo attentato fu organizzato dalla mafia per riuscire ad eliminare il magistrato Giovanni Falcone. Falcone stava tornando a Palermo, come era solito fare nei fine settimana, dalla capitale. Dopo un viaggio in aereo di circa un’ora arrivò a Punta Raisi. Da qui, con una scorta, prosegue in autostrada in direzione Palermo. Dopo una decina di minuti di viaggio, assieme alla sua scorta si imbattono nella trappola. I 500 chili di tritolo posizionati in un tunnel scavato sotto l’autostrada, scoppiarono. L’uomo che detonò la bomba fu Giovanni Brusca (mafioso incaricato da Totò Riina), il quale sbagliò la detonazione a causa di una brusca frenata della macchina del magistrato. Questo non fece esplodere la macchina di Falcone ma solo la prima auto di scorta. Tutti penseranno che il giudice si fosse salvato e, invece, morirà in ambulanza per emorragia interna causata dall’incidente della sua automobile con le macerie dell’esplosione. La strage prende il nome dall’uscita dell’autostrada di Capaci. Il motivo di questo attentato è senza dubbio la partecipazione del magistrato Falcone al maxiprocesso di Palermo, assieme a Borsellino e altri magistrati. In questo processo furono sentenziati 360 mafiosi. successivamente, i mafiosi di Cosa Nostra organizzarono un altro attentato, l’attentato dell’ Addaura, il quale però fallì. La strage di Capaci causò la morte del magistrato , della sua famiglia e della scorta. L’attentato non fu organizzato solo per uccidere il magistrato ma anche per creare un clima di paura che risaltasse il potere di Cosa Nostra. Dopo la morte di Falcone li furono assegnate a suo nome piazze, strade e un Aeroporto. Una storica frase, riferita a Falcone e Borsellino è:

“Non li avete uccisi, le loro idee camminano sulle nostre gambe”

Ristov Kristian

sabato 5 giugno 2010

Listen to music - Gli anni 90'


Agli inizi degli anni 90’ i generi più ascoltati erano Dance, Hip Pop, Punk - Rock, Hard - Rock, Grunge e Metal.
Più citato nel libro è il Punk – Rock anni 70’- 80’ con i suoi principali esponenti britannici: Sex Pistols e The Clash.
Questi due gruppi erano emersi durante la prima ondata punk avvenuta negli anni settanta , insieme ad altre band di punta del genere come Ramones , The Stranglers, Dead Boys e così via.
Sempre durante questo periodo emerse l’Hard – Rock trainato dai Rolling – Stones , Faces, Led Zeppelin, Deep Purple e The Who . Negli anni a seguire (fine 70’ – 80’) comparvero anche AC/DC, Aerosmith, Kiss e Guns N’ Roses.
Iniziava inoltre ad avere successo il metal dei Metallica, degli Slayer, degli Iron Maiden e dei Pantera(forse il gruppo più conosciuto).
Verso la metà degli anni 80’ il Grunge (un genere di musica rock) si vide catapultato sulla scena rappresentato da Nirvana e Soundgarden. La musica Grunge era prodotta principalmente nello stato di Washington in America, soprattutto nella città di Seattle.
Successivamente , gli anni 90’ furono caratterizzati dalla musica Dance e dall’Hip Pop. Questi due generi divenuti molto popolari a livello adolescenziale raggiunsero una notevole fama trainati da cantanti e gruppi come Toni Verde, Eiffel 65, Little Louie Vega e molti altri per la musica House o Techno mentre R&B, Vanilla Ice, Puff Daddy, Ma$e […] per la musica Hip Pop.
Tutti questi generi sono ancora oggi molto popolari ma soprattutto Punk – Rock, Hard – Rock e Metal con nuovi gruppi, o almeno un po’ più recenti ad esempio dei Sex Pistols (Blink 182, Green Day, Children Of Bodom).
Samuele Saggiorato

lunedì 31 maggio 2010

La Vespa: Un mito Senza Tempo


“... Martino guidava la Vespa e il Vecchio Alex se ne stava appollaiato dietro con la gola tutta secca. ...”Molto spesso, nel libro “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” viene citata il mito motociclistico. Ma come è nata la Vespa?

Il mito della Vespa trova le sue origini nel 1946 grazie al progettista aeronautico Corradino D’Ascanio, che disegna lo scooter più famoso di tutti i tempi. Questa azienda, genovese, era nata inizialmente come fabbrica di arredi navali e di aerei per l’esercito e dopo la seconda guerra mondiale si converte in casa motociclistica grazie soprattutto al progetto Vespa. Il suo celeberrimo nome deriva, sembra, da un’esclamazione di Enrico Piaggio che, durante il collaudo esclama “Sembra una vespa” per il caratteristico suono del motore e per le sue linee. La Vespa è innovativa sotto alcuni aspetti, che appunto la renderanno famosa: il primo di questi è il telaio, assente nella Vespa in quanto è la scocca stessa a sopportare il peso delle parti meccaniche e del guidatore, inoltre la posizione del motore è decisamente singolare, esso posto vicino alla ruota posteriore in modo tale da evitare l’uso di catene o similari, rendendo quindi più leggera la moto. La vespa è la prima ad avere una posizione classica da scooter, le precedenti moto infatti presentavano il serbatoio del carburante tra le gambe. Altro particolare è il cambio a manubrio, direttamente collegato alla frizione. Il primo modello del più famoso scooter d’Italia risale, come detto al ’46 ed era il prototipo MP5 Paperino, mai andato in produzione. Fino agli anni ’90 la vespa è sempre stata, anche nei numerosi modelli prodotti, monocilindrica, con cilindrata da 50cm3 a 200cm3, rigorosamente monocilindrica monoalbero a due tempi (la benzina è miscelata con olio da motore, in percentuale che varia dal 5% al 2%) e col cambio manuale. La Vespa classica “morì” nel 2008, quando esce di produzione l’ultimo modello a 2 tempi, la PX, lasciando spazio alle più moderne e meno inquinanti 4 tempi, chiudendo così l’era classica della Vespa. Tutti i modelli odierni hanno motorizzazioni a 4 tempi, con linee ammorbidite ma che comunque mantengono lo stile dei primi modelli. La Vespa è stata per tutti gli anni ’90 il simbolo dei giovani ed a essa è stata anche dedicata una canzone dei Lunapop.

Fonti: Wikipedia, enciclopedia Grolier e vari siti motociclistici.

Faggionato Leonardo

giovedì 27 maggio 2010

CL-Setta o movimento religioso?


Il movimento Comunione e Liberazione è stato fondato nel 1954 da don Luigi Giussani, che iniziò ad insegnare in un liceo di Milano, come proposta ai giovani nelle scuole, per seguire un percorso di fede allo scopo di porre la presenza di Cristo come l'unica risposta alle esigenze umane; inizialmente si chiamava infatti Gioventù Studentesca (GS). Il pensiero giussiano si basa su tre princìpi fondamentali: cultura, carità e missione, considerano infatti l'arte una delle più alte espressioni dell'uomo, vengono educati attraverso la “caritativa” non intesa come volontariato ma come educazione del cuore alla gratuità e, infine, tutto il movimento è missionario, fin dal 1960, quando degli studenti partirono missionari per il Brasile. Per quanto riguarda la politica, nonostante CL voglia presentarsi solo come un movimento ecclesiastico, ci sono vari episodi di intromissione nel panorama politico italiano: da ricordare ad esempio le polemiche riguardanti l'aborto o il divorzio. Il nome “Comunione e Liberazione” deriva dal titolo di un volantino diffuso dagli universitari del '69 che polemizzava sulla cultura del periodo: mentre la sinistra proclamava la rivoluzione come percorso di liberazione dell'uomo, i ciellini(gli aderenti al movimento CL) dichiaravano che tale via era percorribile solo nella comunione cristiana, con cui sarebbe possibile la vera liberazione. CL è molto presente anche nelle università (CLU), cosa assolutamente vista di cattivo occhio dal panorama studentesco generale, dato che, comunque, i “seguaci” non rispettano i valori posti dal fondatore, che dice infatti “CL in università è un fatto politico più che un fatto ecclesiale, e questo ci strozza”, infatti, molti ciellini, si espongono in politica, una gran parte di essi sono iscritti al Popolo della Libertà. Il movimento CL non è molto ben visto dalla popolazione più liberale: gli aderenti vengono spesso definiti “bigotti” e sono considerati dai giovani meno cattolici come un movimento che somiglia ad una setta, una sorta di mafia meno truce, che non uccide con i fucili, ma è organizzata allo stesso modo. Queste sono chiaramente considerazioni forse eccessive, ma piuttosto diffuse stando a quello che si trova in rete. Tutto questo è poi supportato dal fatto che molti giovani aderenti a questo movimento trovano facilmente importanti sbocchi lavorativi subito dopo la laurea, pur non avendo i requisiti necessari.

Laura Sanson

mercoledì 26 maggio 2010

ALEX...JOHN...JACK...RED HOT CHILI PEPPERS!



“Red Hot Chili Peppers” è il nome di un gruppo che si è formato a Los Angeles nel 1983.

Durante la loro storia hanno suonato vari generi, soprattutto il rock.

In origine il nome scelto dal bassista Micheal “Flea” Balzary, il cantante Anthony Kiedis e il chitarrista Hillel Slovak e il batterista Jack Irons, fu “TONY FLOW AND THE MIRACULOUSLY MAJESTIC MASTERS OF MAYHEM”. La prima comparsa in pubblico avvenne al locale “Rythm Lounge” e per l’occasione eseguirono “Out in L.A.”. Ebbero talmente tanto successo in questo piccolo locale al punto da essere invogliati a tornare la settimana successiva e di cambiare il nome in “Red Hot Chili Peppers”(RHCP).

Il primo disco(contratto con la EMI) non ebbe molti successi ne dal punto di vista commerciale ne dal tour che ne seguì soprattutto per i contrasti tra Sherman(il nuovo chitarrista, sostituiva Slovak che aveva a quei tempi un contratto con i What Is This?), Flea e Kiedis.

Il loro terzo album(The Uplift Mofo Party Plan”, nel 1987), entrò per la prima volta nella Billboard. Poco dopo il ritorno dal tour in Europa, Slovak(che nel frattempo aveva ripreso il posto di Sherman), fu trovato morto in un albergo per overdose. In seguito a questo fatto Irons lasciò la band per evitare problemi appunto, con la droga.

Al loro posto subentrarono grazie a delle audizioni Chad Smith e un John Frusciante solo diciannovenne.

Nel 1990 il gruppo lascia la EMI per la Warner Bros Records.

Il 24/09/1991 uscì “Blood Sugar Sex Magik” considerato il capolavoro dei Red Hot, oltre 12 milioni di copie vendute e considerato uno dei migliori album della storia del Rock internazionale.

Nel maggio del 1992 John alle prese con l’eroina e in contrasti con gli altri Red Hot lasciò il gruppo.

Sostituito da Dave Navarro, nel 1998 decise di seguire un programma per disintossicarsi e a Febbraio dello stesso anno fu invitato a tornare nella band(Navarro aveva abbandonato i RHCP nel 1997).

L’otto Giugno 1999 esce “Californication” l’album dei RHCP con il maggior successo commerciale, e l’album che per la prima volta entrò e rimase a lungo nelle classifiche d’Europa e del mondo.

Nel frattempo John oltre al gruppo si dedica anche a progetti personali, o per meglio dire solisti.

Mercoledì 16 Dicembre 2009 John decide di dedicarsi esclusivamente ai progetti solisti e quindi lascia nuovamente la band.

Lo stile di John molto orecchiabile e melodico è particolarmente presente nella canzone e nell’album “Californication” o nelle improvvisazioni durante i concerti in canzoni come “Around the World” e “Give It Away”.


...una delle più belle canzoni dei Red Hot Chili Peppers...
...almeno secondo me...e secondo Alex...

Elia Bonetto

domenica 23 maggio 2010

NINTENDO64 VS XBOX360, e non solo: confronto tra i passatempi degli anni ’90 e quelli di adesso



A sinistra tipici passatempi degli anni '90 contro quelli usuali dei giorni nostri, a destra



Come trascorrevano il loro tempo libero i ragazzi degli anni ’90? Alex, ad esempio, quando non aveva niente di importante da fare (praticamente quasi sempre!) prendeva la bicicletta e andava a farsi un giro per le vie di Bologna, oppure con la stessa andava a trovare la sua amata Aidi e trascorreva i pomeriggi con lei. Altre volte se ne stava tranquillamente in camera sua ad ascoltare musica. Questi sono tre dei più comuni passatempi degli inizi degli anni ’90, ai quali vanno aggiunti i giri in motorino, le partite di calcio per strada o comunque dove possibile, le “vasche” in centro e i pomeriggi piovosi trascorsi davanti alla tv a guardare Beverly Hills 90210, Otto sotto un tetto, Willy il principe di Belair… programmi più “infantili” e cartoni animati come i Power Rangers, Batman, Sailor Moon, Holly e Benji (trasmessi per lo più da Bim Bum Bam). Importante fu anche l’uscita nel 1996 della mitica console Nintendo64 con giochi come The Legend of Zelda, Ocarina of Time e Super Mario 64. Fu predecessore dei vari Game Boy e della Nintendo Wii e rivale della Play Station che in quegli anni (1995) lanciava in Europa il primo modello.
Oggi molte cose sono cambiate. Le bici non si usano più così spesso e generalmente si esce molto meno di casa anche durante bellissime giornate di sole. Ora i passatempi si possono riassumere principalmente in cellulari, con i quali si possono fare le cose più disparate: dall’ascoltare musica a navigare su Internet, ma soprattutto inviare SMS/MMS agli amici; videogiochi, evoluti ormai in una maniera pazzesca, dalla Play Station 3 alla Nintendo Wii sopra citata fino alla XBOX360, che sta addirittura progettando dei giochi in 3D; infine i social network come Facebook che permettono dal proprio computer di casa di chattare con tutti gli amici in linea, di condividere foto, di conoscere gente nuova e tanto altro. Anche il mondo televisivo si è ingrandito e ora i programmi proliferano alla grande, dai più stupidi e inutili come i reality show a quelli veramente interessanti come alcuni documentari e tutti rigorosamente seguiti, forse più i primi dei secondi…
Ecco allora che i giovani d’oggi, con tutte queste piacevoli e divertenti tecnologie a portata di mano, trascorrono sempre più il tempo libero rintanati in casa e magari soli. Certo, non esageriamo! I giri in centro non hanno perso popolarità e in estate i partitoni di calcio si disputano ancora, però questi momenti si sono molti ridotti. Ciò che si è assottigliato soprattutto è il rapporto umano tra le persone: chattando su Facebook e “messaggiando” con i telefonini tutto diventa impersonale e alle volte addirittura automatizzato… non come negli anni ’90 che si andava porta a porta per trovarsi in compagnia! Questo fa pensare e porta alla fatidica domanda che in molti si pongono: non è che oggi viviamo troppo agiatamente e sarebbe meglio tornare alle vecchie abitudini, a cominciare dai passatempi, più salutari e “sociali”?

Luca Mattarolo

venerdì 21 maggio 2010

Happiness is a warm gun (In your hand)



«Nel corso di quei giorni, era come se lui fosse finalmente riuscito ad abbracciare il verso dei Beatles, lo strano verso che dice “Happiness is a warm gun”, che fino a quel momento gli era paeso una specie di metafora un po' pittoresca o uno spunto buono per un manifesto pubblicitario.» tratto da “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, pag.93.

Happines Is A Warm Gun è una canzone pubblicata nel 1968 dai Beatles. Fu proprio uno slogan pubblicitario della nota NRA (National Rifle Association), comparso in una rivista, a ispirare John Lennon e dare alla canzone proprio quel titolo. Molto probabilmente rimase sconvolto dal fatto che qualcuno potesse paragonare la felicità ad “un'arma calda”. A dire che poi lui stesso fu assassinato da quattro colpi di pistola farebbe risaltare ancora di più gli effetti inquietanti del brano. Inoltre la canzone contiene tanti altri significati, altrettanto mistici, come l'uso della droga (nel verso “I need a fix 'cause I'm goin' down”, che significa letteralmente “Ho bisogno di stabilità perché sto andando a fondo”) e il Rock'n'Roll (Lennon dichiarò che la canzone avrebbe dovuto essere una specie di "storia del genere Rock'n'Rroll", sottolineata anche dai frequenti cambiamenti di stile e di ritmo)... Comunque sia, la prima ispirazione per la canzone nasce dal pacifismo di Lennon.

La canzone è stata presa come punto di riferimento ai sentimenti di Alex quando la vicenda prende una piega alquanto negativa: quando ormai sa che dovrà lasciar partire Aidi... Come tutte le metafore della canzone, se è possibile chiamarle così, che hanno tutti quei doppi sensi e non si sa quale sia quello esatto, così anche la situazione di Alex è complicata. Anche se sa che soffrirebbe molto se si innamorasse veramente di Aidi, lui continua a provarci senza arrendersi. Proprio come un arma che può portare la felicità con il dolore, anche il ricercare la felicità con qualcuno che non ci sarà più di lì a poco può provocarne molto... A questo punto il protagonista capisce che tutto ciò che è bello scompare troppo presto senza pensarci due volte: il suo amore caldo come l'arma scomparirà come uno sparo... e lui rimarrà da solo. A soffrire nel dolore come una persona a cui hanno appena sparato.



Video musicale:



Nemanja Rajic

martedì 18 maggio 2010

RAGAZZI E RAGAZZE: variopinte fantasie a confronto




Chi non ha avuto almeno una volta l'occasione di avvicinarsi ad un gruppetto di sesso maschile e di sentir qualcuno raccontare le proprie esperienze in campo sessuale?
Si tratta di argomenti che per noi adolescenti sono tipici dell'età, legati a desideri e fantasie varie.
Ogni luogo è buono per ritrovarsi tra amici e scambiarsi qualche opinione (dalla parrocchia al cinema, dalla scuola alla piscina...); ovunque ci si può incontrare per raccontare le nostre esperienze ed ascoltare quelle altrui.
In un gruppo più o meno numeroso non tutti si comportano allo stesso modo nel relazionarsi con questo argomento: c'è chi volendosi distinguere dagli altri mette in risalto le proprie doti di “conquistatore”, vantandosi di aver già avuto una o più relazioni con molte ragazze anche più grandi di lui, ma c'è anche chi tiene tutto per sé e non parla mai.
Si tratta di ragazzi timidi che ascoltano ciò che dicono gli altri, ma che non hanno il coraggio di esprimersi e di condividere il loro parere con gli altri membri del gruppo (magari per vergogna o per paura di fare brutta figura).
In conclusione, nelle fantasie sessuali giovanili del sesso maschile, anche se non tutti hanno lo stesso modo di agire ed indipendentemente dal carattere, siamo tutti concordi nel sottolineare che si tratta di una tappa della vita che prima o poi tutti dobbiamo affrontare e che essa è fondamentale per la crescita di ogni persona.

Denis Guerra



Ebbene sì, a chi non è mai capitato di trovarsi sommerso in una discussione piccante tra amici? Tra gli adolescenti (e non solo!) è normalissimo che escano fuori discorsi di tutti i generi legati alle esperienze o desideri sessuali che fanno impazzire gli ormoni di tutti. Così il salotto, la pizzeria, lo spogliatoio, la sala della parrocchia e qualsiasi altro luogo d'incontro possono diventare lo scenario di racconti che molto spesso sembrano essere frutto di una fantasia a dir poco stupefacente. Tendenzialmente si pensa che siano solo i ragazzi a parlare di certe cose ma, in realtà, anche l'altro sesso non scherza affatto. Nel tipico gruppetto di amiche si identifica sempre colei che ama raccontare tutte le sue avventure senza farsi troppi scrupoli e, molto spesso, arricchisce i suoi discorsi con particolari inventati che rendono più entusiasmante quello che sta dicendo, poi c'è sempre la timidona che tiene tutto per sé e non vuole parlare con le amiche delle sue esperienze, poi c'è quella che rispetto alle compagne si è presa un po' indietro e che quindi ascolta tutto a bocca aperta sperando di poter vivere un giorno tutto ciò che per le altre sembra ormai diventato abitudine.
Insomma, indipendentemente dal carattere, siamo un po' tutti accomunati da questo vizio che ci porta a colorare vivacemente i nostri racconti oppure ad ascoltarli con un un interesse che metà basterebbe per prendere dieci in una verifica di matematica!

Alessia Zaroccolo

lunedì 10 maggio 2010

TRA LE RIGHE DI "JACK FRUSCIANTE È USCITO DAL GRUPPO"



Oltre alle innumerevoli citazioni musicali, nel romanzo sono presenti anche molti riferimenti letterari che prendono in considerazione libri scritti da altri autori, spesso per creare delle similitudini. Creano, quindi, una sorta di “integrazione”, comparando alcuni degli aspetti principali del libro a quelli citati. Il giovane Holden, del 1951, è il romanzo di formazione maggiormente riportato tra le righe di “Jack Frusciante”. Lo scrittore americano Jerome David Salinger racconta la storia di un sedicenne che si ribella al mondo in cui vive. Alex, il protagonista del racconto di Enrico Brizzi, e Holden, hanno molti aspetti simili: l’età, il taglio di capelli, l’odio verso la scuola, il vivere un’amicizia importante. E il fatto che in entrambi i romanzi sono presenti i loro pensieri e criteri interrompendo il progredire della storia. Come Holden, Alex vive quel momento della vita in cui avviene una formazione, una maturità, conoscendo emozioni e impulsi nuovi, estraendosi perciò dalla vita precedente. Per esempio l’innamoramento. L’amore che Alex prova per Adelaide è comparabile a quello che Holden sentiva per Jane. Entrambe le storie si basano su un’amicizia vera, avvicinandosi poco a poco senza mai esagerare. In questo punto Enrico Brizzi si collega al libro “Il piccolo principe”, del 43’. Antoine de Saint-Exupéry, scrittore e pilota francese di cui è ancora ignota la morte, scrive questo racconto che a prima vista potrebbe sembrare infantile, ma che racchiude i sentimenti più importanti: amicizia, fiducia e amore. La volpe e il piccolo principe instaurano un rapporto conoscendosi e fidandosi cautamente, come i nostri protagonisti (Alex e Aidi). Pier Vittorio Tondelli, uno scrittore italiano del 1955, citato spesso dall’autore di Jack Frusciante, diventa gestore del teatro del suo paese (Correggio), lavorando anche allo spettacolo basato proprio sul libro “Il piccolo principe”. Anche “Due di due” di Andrea de Carlo è presente per comparare la storia tra Alex e Adelaide. Il romanzo, del 1989, tratta la storia di due ragazzi, Mario e Guido, che si conoscono tra i banchi di scuola al liceo, conoscendosi pian piano. Tra i due nasce un legame forte, che non viene distrutto nemmeno dal loro distacco, alla fine della scuola. Anche Aidi deve separarsi da Alex a causa della partenza verso gli Stati Uniti. In “Jack Frusciante”, però, non scopriamo solo il lato “romantico” di Alex, bensì anche quello “ribelle”. Per questo motivo viene nominato il romanzo “Sulla Strada” di Jack Kerouac, un esponente della beat generation, che pubblica il libro nel 1957. Parla del desiderio di alcuni ragazzi di avere una vita fatta solo di esperienze, tra cui alcol, sesso e viaggi all’estero. Questo modo di vedere le cose ricorda molto Alex, le sue “serate etiliche” e il bisogno di scoprire quella parte di mondo a lui sconosciuto.

Giulia Vigolo

giovedì 6 maggio 2010

1992:perchè il sistema faceva acqua


“ Tutto era cominciato un mattino d'inverno, il 17 Febbraio 1992, quando, con un mandato d'arresto, una vettura dal lampeggiante azzurro si era fermata al Pio albergo Trivulzio e prelevava l'ingegner Mario Chiesa, esponente del Partito Socialista Italiano .
Lo pescano mentre ha appena intascato una bustarella di sette milioni, la metà del pattuito, dal proprietario di una piccola azienda di pulizie che, come altri fornitori, deve versare il suo obolo, il 10 per cento dell'appalto ”
(Enzo Biagi)


La Milano “da bere”, la Milano del benessere, del lavoro, dell'industria, la Milano degli anni '80, la Milano di Bettino Craxi.
E' da questa Milano in esplosione economica che parte la rivoluzione.
Questa rivoluzione, che scoverà il fior fior della società italiana, dai politici, agli imprenditori, ai ministri, ai deputati ,ai senatori della repubblica ,agli ex presidenti del consiglio con le mani davvero sporche.
Sporcate irreparabilmente da anni di bustarelle e miliardi di lire sottobanco.
E ,purtroppo, non basterà il sapone a lavare le colpevoli mani degli imputati che crearono un vero e proprio stato di guerra, di guerra allo stato e a tutto ciò che si può chiamare giustizia.

“Chi prende il potere allunga le mani, chi sfugge al dovere se ne lava le mani , le mani, che sanno tradire, che sanno soffrire e che sanno sbranare.
Le mani spietate che danno la fine, le mani assassine, le mani legate, le mani ferite, le mani pulite… “

In questo caso il primo ad essere beccato con “le mani nel vasetto della marmellata” fu proprio Mario Chiesa, segretario del partito di Craxi, uno dei gestori degli appalti nella Milano fine anni '80.
Appalto è un termine che indica un concorso pubblico ed imparziale per affidare a degli imprenditori dei lavori pagati dalla pubblica amministrazione quali, ad esempio, la costruzione di autostrade.
Ma quasi mai la clausola dell' imparzialità fu rispettata.
Bastò allungare al ministro di turno, al segretario di partito, al sindaco di larghe vedute qualche “mancetta” e l'appalto era garantito.
Questa macchia di disonestà si allargò ben presto oltre i confini di Milano, raggiungendo personaggi di spicco della società Italiana di ogni ideologia politica.
Il protagonista di questa max-indagine fu l'allora sostituto procuratore Antonio Di Pietro,che dopo anni di indagini , portò alla luce un numero spropositato di casi, di testimonianze e di confessioni.
Soprattutto per questo, si contano a decine i suicidi eccellenti, giudicati poi solo degli atti di vigliaccheria per chi si era fatto troppo tardi una coscienza.
E forse un po' di moralità e di onestà non avrebbero davvero guastato.


Francesca Baldisseri

sabato 1 maggio 2010

La politica giovanile negli anni Novanta



“Parlavano anche di politica, i ragazzi del bagno. Si sentivano rossi, radicali, anarchici. Odiavano, ricambiati, gli stronzi nazisti che proliferavano nella loro scuola, figli di figli di bottegai, commercialisti, dentisti, figli di un’ignoranza italiana senza complessi. […] (i ragazzi del bagno)… soprattutto odiavano i pinocchi di piombo delle organizzazioni di partito…”

Per organizzazioni di partito si intendono solitamente diverse sezioni under 18 di partiti politici veri e propri. Spesso, ideali politici legati a questo genere di organizzazioni andarono a formare vere e proprie forme di culture giovanili attive ancora tutt’oggi.
Per culture giovanili si intendono usi e costumi con cui una parte di giovani e adolescenti sceglie di differenziarsi dalla culture del periodo in cui vivono, talvolta queste culture prendono il nome di subculture.
Come ho già citato sopra, molto di queste organizzazioni sono tutt’ora attive. Cito ora alcuni tipi di organizzazioni giovanili di partito:

 Lotta Continua (LC), fu, in un periodo compreso tra la fine degli Anni Sessanta e la prima metà degli Anni Settanta, una delle più grandi formazioni extraparlamentari della sinistra italiana, di orientamento comunista rivoluzionario. Fece parte dell’LC il giornalista e scrittore Gad Lerner.

 Fronte della Gioventù (FdG), è stata un’organizzazione derivata dal Movimento Socialista Italiano (MSI), nata nel 1972 e dal 1996, dopo la formazione del partito di Alleanza Nazionale, prese il nome di Azione Giovani (AG).

 Sinistra Giovanile (SG), è stata un’organizzazione derivata dallo scioglimento nel 1990 della parte giovanile del Partito Comunista Italiano, ossia la FGCI, quindi si denota subito lo stampo prettamente di sinistra dell’organizzazione, difatti costituiva il ramo giovanile del partito dei Democratici di Sinistra (DS), ma con il confluire di quest’ultimo nel Partito Democratico, la SG è confluita a sua volta nell’organizzazione dei Giovani Democratici.

 Lotta Comunista, un partito politico antiparlamentare rivoluzionario e internazionalista, basato sulle idee di Marx, Engels e Lenin.

 Comunione e Liberazione (CL), è un movimento ecclesiale cattolico che si caratterizza per una forte propensione alla presenza attiva dei suoi esponenti (detti ciellini) nella società e nelle istituzioni.

 Veneto Fronte Skinheads (VFS), organizzazione politica di estrema destra fondata nel 1986.

Carlan Gian Marco

Le vacanze studio all'estero: imparare divertendosi!


“… Due settimane in Inghilterra, e tra la preoccupazione di trovare la corriera giusta per Heatrow e il viaggio di ritorno verso Londra, erano rimasti incastrati solo il corso d’inglese e le facce tipo Benetton di Paulos…”

Dal libro "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" pag. 136

La vacanza studio è un viaggio che una persona effettua in un paese straniero con l’intento di impararne la lingua e la cultura. Il soggiorno all’estero, la cui durata varia a seconda del viaggio, viene intrapreso perlopiù da ragazzi adolescenti e solitamente si svolge nei mesi estivi (giugno, luglio, agosto).
Vi sono vari tipi di vacanze studio ma, normalmente, il pacchetto offerto dalle aziende organizzatrici è più o meno uguale per tutte: il viaggio di andata e ritorno, il corso di lingua che si differenzia a seconda del livello (base, medio e avanzato), il soggiorno nello Stato ospitante che può essere in college, in residence o in famiglia e, a seconda dell’agenzia organizzatrice, delle escursioni o delle gite al di fuori dell’orario scolastico che permettono allo studente di stare a stretto contatto con la lingua del paese. La giornata “tipo” di uno studente durante il soggiorno è divisa tra lezioni al mattino e svago e divertimento al pomeriggio e alla sera. Il prezzo di una vacanza studio dipende dalla distanza dal paese prescelto o le offerte citate dall’agenzia. Per esempio un viaggio in Canada di due settimane può venire a costare anche 3000 euro.
Le vacanze studio più gettonate sono quelle indirizzate verso paesi dove la lingua madre è l’inglese. Le destinazioni favorite sono l’Inghilterra (come farà Alex nel libro “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”), la Scozia, l’Irlanda e, a seguire, mete oltreoceano come USA, Canada e Australia (dove il soggiorno può durare anche 3 mesi!). Recentemente sta prendendo sempre più piede la vacanza studio presso l’isola di Malta, anch’esso luogo ideale per apprendere l’inglese. Ovviamente esistono vacanze studio adibite all’apprendimento di altre lingue importanti come lo spagnolo (Spagna), il tedesco (Germania e Austria) e il francese (Francia), così come altre lingue “meno” importanti quali il cinese (Cina), il portoghese (Portogallo e Brasile), l’arabo (Marocco e Egitto) e il russo (Russia).

Alessandro Bregalda

giovedì 22 aprile 2010

Bicicletta o motorino: quale scelta?

Sarebbero arrivati in macchina o in motorino, rombando, e non avrebbero capito nulla dell’emozione di pedalare su per la salita, nel vento o sotto il sole, coi passeri intorno

La bicicletta è il miglior mezzo di trasporto che esista. Prima di tutto non inquina, a differenza del motorino che emette una notevole quantità di CO2. Inoltre la bicicletta si mette al tuo servizio, con lei puoi andare in qualsiasi luogo, raggiungere mete che sarebbero impossibili da visitare con un motorino, fermarti a parlare se incontri qualcuno per strada e osservare la natura e il mondo che ti circonda.

Il motorino invece non si mette a tua disposizione, ma al contrario sei tu che ti presti al suo servizio, diventando passivo e non avendo la possibilità di fermarti e contemplare lo spazio che ti circonda.

Pedalando offri la tua energia per poter andare dove vuoi e questo lega molto di più alla bicicletta creando un vero e proprio rapporto così da farla diventare una parte di te. La bici dà un senso del tempo e del movimento che non si può ottenere da un motorino. Con la bicicletta non si può andare molto veloce e questo fa sì che una persona possa imparare e conoscere il mondo esterno. Mentre sei in bici puoi sentire l’aria e il vento tra i capelli e puoi goderti il sole che splende in cielo; con il motorino invece sei costretto ad indossare un casco e quindi la testa è racchiusa in un ambiente poco confortevole. Nel motorino, l’attenzione viene portata alla potenza del motore e su fattori tecnici, mentre la bicicletta ridimensiona come uomo portando a diretto contatto con la natura permettendo di toccare piante, fiori e alberi. L’unica emozione che può dare un mezzo a motore è quella della velocità ma con i pericoli annessi.

È bello raggiungere una meta con la bicicletta anche perché per arrivare in un determinato luogo si deve far fatica, ma quanto è salutare per l’organismo! Pedalare fa sicuramente bene al fisico ma anche allo spirito; gustarsi un paesaggio splendido che altrimenti non si sarebbe mai potuto godere è una sensazione fantastica.

Matteo Atanasio

HOW MANY KINDS OF PROFS ARE THERE?


“Ciascun profio aveva una sua lezione-tipo. […] c’era il profio che prima interrogava e poi spiegava, il profio che a volte spiegava e a volte interrogava.[…] Gli unici profi che mandavano a cercare i dispersi erano quelli meno interessati di tutti. Gli insegnanti nullafacenti erano però i peggiori: avevano la coscienza sporca e cercavano di sfotterti ogni volta.”
Alex – “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”

Avete mai pensato che il vostro prof sia la carogna più carogna esistente? Che ogni altro a confronto cadrebbe? E non avreste in effetti voglia di confrontarlo in modo oggettivo con altri prof, e vi tormentate su come farlo? Bhe, allora sarete felici di vedere che non siete gli unici a portare questo fardello: avvaletevi dunque di questo aggiornatissimo elenco sui professori, e vedete se in effetti “calza” in uno o più di questi raggruppamenti. Successo assicurato al 100% (non sono previsti rimborsi).

Iniziamo sollazzandoci con un elenco per tipo d’insegnamento dei prof:

1) I prof che parlano più che spiegare – Troppo impegnati dai loro problemi e dalla loro divulgazione per presenziare mentalmente alla lezione, spesso danno vita ad inopportuni quanto comici siparietti sulla loro vita (il che è un bene così si perde tempo).

2) I prof che cercano il colloquio con gli studenti – I migliori, riescono a comprendere le difficoltà del singolo, o quantomeno dimostrano interesse riguardo allo stesso.

3) I prof che è già tanto se sanno che con gli studenti si dovrebbe interloquire – Quelli che si perdono il 50% della capacità di insegnamento.

4) I prof che se potessero farebbero cambiare scuola agli studenti (a fine anno ci riescono comunque) – Quelli cattivi, o che si suppongono tali (spesso però lo sono e basta).

5) I prof che non c’è cosa della loro materia che ignorano – Detti anche: Gli Ineccepibili, non li cogli mai in fallo (ma c’è qualcuno che può dire il contrario…).

Passiamo ora a curiosità sui prof:

6) I prof che se uno deve elencarli se li dimentica (pace all’anima loro…) – Troppo stravaganti o apatici; causano amnesia in chi segue le loro lezioni.

7) Gli intoccabili – Entrano, spiegano, escono (Venni, Vidi, Sparii…).

8) Gli ineccepibili – Non lasciano trasparire segno di sbaglio alcuno, ma non sarà mica perché gli studenti non li ascoltano mentre sbagliano???

9) Gli imperscrutabili – “Che sta pensando? Si, si, pensa a chi giustiziare…o no? Forse è preso dal consiglio docenti di oggi pomeriggio…eccolo. Si alza…interrogherà? No, direi di no….” “Venga Dal Zovo” “Ma vaffa….”

10) Quelli che non sanno neanche cosa significano “Intoccabili”, “Ineccepibili” e “Imperscrutabili” – Scherzo dai (o no??).

Ed ora elenchiamo i prof per tipologia di interrogazione:

11) I prof che non interrogano – Propongo un aumento di stipendio a questi ultimi.

12) I prof che interrogano 1 volta su 2 – Cattivi!


13) I prof che interrogano 9 volte su 10, e l’altra volta fanno compito – Dio vi giudicherà per questo, sappiatelo!

14) I prof che durante le interrogazioni aiutano – Almeno si rendono utili (tanto il 5 arriva comunque…).

15) I prof che durante le interrogazioni fanno i sadici – Oltre il danno la beffa…

16) I prof che quando ti interrogano non sai niente e ti verrebbe tanta voglia di saltargli al collo armato di pugnale a lama retrattile modello Smith & Wesson datato 1987 ornato di perline apparentemente hawaiane ma made in china – Cosa assai poco praticabile non a causa delle perline, ma in quanto Smith & Wesson è una marca di pistole; quindi mettetevelo da parte (purtroppo…).

Purtroppo, cari lettori, ho idea che qualche prof particolarmente pignolo, interpretando uno di questi punti come un’aperta critica verso di sé (e in effetti alcuni punti solo critiche mediamente velate verso certi prof…), esigerà la mia testa. Se ciò dovesse succedere, vi prego, vendicatemi.
Edited by: Dal Zovo Luca

mercoledì 21 aprile 2010

Rotary Club, è vera beneficenza? Ai posteri l'ardua sentenza.



«Il vecchio Alex si lavava i denti tre volte al giorno e andava a scuola a scrivere preside rot-taryano di merda e rot-taryani stronzi luridi sulla porta del bagno» (Jack Frusciante è uscito dal gruppo, E. Brizzi)
Rot-taryano è un termine usato da Alex, il protagonista del libro, in modo dispregiativo per indicare una persona ricca e piuttosto snob. Il termine deriva da una storpiatura di Rotariano, cioè una persona appartenente a un Rotary Club. Alex è infastidito dal rotariano medio, che è pieno di soldi e un po’ pieno di sé.
Il Rotary infatti per il suo stesso statuto prevede che i soci siano persone che godono di buona reputazione e che esercitino una professione di prestigio, come titolari o soci di un’impresa, avvocati o altro; inoltre un possibile candidato può diventare membro solo se viene raccomandato da almeno un socio anziano, rendendo l’accesso ancora più esclusivo. Rappresenta quindi tutte le caratteristiche “borghesi” che Alex odia.
Il primo Rotary Club sorse nel 1905 a Chicago dandosi come finalità principale l’aiuto alla collettività. Nel 1911, l’apertura di un club a Dublino rese il Rotary intercontinentale, mentre nel 1922, per celebrare la presenza di almeno una sede del club in sei continenti, il nome dell’associazione venne cambiato in Rotary International. Dal 1989 anche le donne hanno la possibilità di entrare in un Rotary Club, tuttavia le sedi più conservatrici non hanno ancora concesso questo diritto. I Rotary Club oggi sono oltre 33.000 nel mondo (fonte: Wikipedia). Il simbolo storico del Rotary Club è una ruota dentata, simbolo del lavoro.
Tra i progetti finanziati dal Rotary (con soldi raccolti non solo attraverso donazioni dei membri ma anche attraverso raccolte fondi) ci sono varie borse di studio, un progetto volto a vaccinare tutti i bambini nel mondo contro la poliomelite e aiuti alle zone disastrate da eventi naturali (Uragani, terremoti …).
Tra gli ex-membri dei Rotary Club si annoverano personalità come, Guglielmo Marconi, John Fitzgerald Kennedy e Luciano Pavarotti.


Alberto Corato

domenica 18 aprile 2010

L' Italia sportiva di "Jack Frusciante è uscito dal gruppo".

Immagine a cura di Giovanni Munaretto. In alto a sinistra Marco Pantani, in alto a destra Roberto Baggio, in basso due immagini rappresentative del nuoto e dello sci.


[...]Interessarsi di pallone o di rugby o boxe o ciclismo, in determinati ambienti scolastici, voleva anche chiamarsi fuori dalla bambagia degli altri diciassettenni viziati. Voleva dire che si sapeva stare in un bar, che si sapeva parlare con un barbiere, che si sapeva tornare a casa da soli anche se era notte e la vespa era in panne e non si avevano i soldi per tornare in taxi.[...]


Nell’Italia di “Jack frusciante è uscito dal gruppo” vi erano due categorie di sport: quelli d'èlite e quelli popolari Gli sport popolari erano i più seguiti poiché la loro economicità consentiva a tutti di praticarli.Calcio, pallacanestro e l'atletica leggera erano sport popolari molto seguiti già dagli anni settanta, in quanto in ogni centro abitato c’era sempre qualcuno con un pallone e un oratorio provvisto di campo dove poter giocare. Le comunità parrocchiali erano strettamente collegati a questo tipo di pratiche sportive, poiché essendo provviste di un campo da calcio, da basket e via dicendo, fornivano una grande possibilità alle persone comuni di praticare sport.


Da questi si distinguevano gli sport d'èlite quali golf, tennis, sci e ciclismo. Di questi solo il ciclismo e lo sci divennero sport molto famosi, mentre il tennis negli anni novanta perse popolarità. Era molto difficile che uno sport di questi diventasse molto seguito in quanto solo le persone aventi grandi possibilità economiche potevano permetterseli, e quindi tali pratiche sportive erano chiuse alla stragrande maggioranza della popolazione. Di questi, come detto prima, il ciclismo divenne molto seguito, in quanto venivano organizzate delle gare per le strade delle città e dei paesi, come ad esempio il Giro d’Italia e simili. In questo modo la gente comune che non poteva permettersi una bicicletta da corsa professionale e tutto il corredo di un ciclista si limitava a guardare e a fare il tifo. Lo sci non era seguito quanto il ciclismo, ma negli anni novanta passò un periodo di crescita fino a raggiungere i livelli odierni. Il golf era uno sport molto costoso e le persone lo praticavano, entravano in appositi circoli, che in questo ambito avevano una funzione analoga a quella delle comunità parrocchiali descritta prima.


Nel romanzo “Jack frusciante è uscito dal gruppo” lo sport viene utilizzato come mezzo per distinguersi dalle persone che Alex definisce “diciassettenni in polo ralph lauren e boccoli d’oro da angelo frocio” . Nel “giovane Holden”, spesso citato da Enrico Brizzi, lo sport è associato a un momento di aggregazione e unità ma Holden decide di differenziarsi dagli altri non andando alla partita di rugby. Con questo comportamento si può notare come ci sia un’analogia tra il comportamento di Holden e quello di Alex: tutti e due cercano di differenziarsi dagli altri.

A cura di Giovanni Munaretto.

giovedì 8 aprile 2010

I sessantottini ieri e oggi




Da sinistra verso destra: la rivolta della facoltà di architettura di Valle Giulia a Roma, il maggio francese, la primavera di Praga, Daniel Cohn-Bendit e Gino Strada

“…Adesso in ogni caso , i capitali di Marx e i diari boliviani del comandante Che, la madre di Martino li teneva ben allineati nella libreria di questa villa sui colli in cui viveva col figlio […] perfettamente a suo agio nei panni di Signora in clark’s che impiega il suo Passato Proletario solo per fornire qualche brivido esotico ai nuovi amici massoimprenditorialrot-taryani…”

La fine degli anni ’60 fu caratterizzata da una radicalizzazione dello scontro sociale in tutti i paesi del mondo occidentale ed ebbe come protagonisti gli studenti e la classe operaia. Vi furono grandi manifestazioni di piazza che portarono a frequenti scontri con le forze dell’ordine. Fu un movimento che riguardò tutti gli aspetti, dalla politica alla cultura. In Italia la “contestazione giovanile” ebbe una forte ideologizzazione in senso Marxista e rivoluzionario, quindi ostile al sistema capitalistico e alla “cultura borghese”. Comportò il cambiamento di molti comportamenti coinvolgendo i rapporti personali, il ruolo della famiglia e la relazione tra i sessi.
In quel periodo nacquero molti gruppi politici cosiddetti “extraparlamentari”: Potere Operaio, Lotta Continua, Manifesto, Avanguardia Operaia, Movimento Studentesco. A capo di questi gruppi c’erano dei giovani che assunsero il ruolo di leader.
Ma chi sono oggi gli ex-sessantottini?
Gli ex-sessantottini sono oggi sessantenni. Alcuni hanno assunto ruoli di grande rilievo in diversi campi, dal giornalismo (Gad Lerner, Paolo Mieli, Toni Capuozzo eccetera) , alla politica (Massimo Cacciari, Marco Boato eccetera), alla cultura (Erri de Luca, Toni Negri eccetera).
Poiché si è trattato di un movimento che ha investito molti paesi europei, anche all’estero i “sessantottini” sono giunti ad avere ruoli di comando molto importanti: Joschka Fischer è stato Ministro degli Esteri in Germania, Daniel Cohn-Bendit è parlamentare europeo e leader del partito ambientalista francese. Più in generale si può dire che le persone che hanno partecipato, ventenni, al Sessantotto hanno mantenuto, a seconda del ruolo che hanno assunto nella maturità posizioni coerenti con la loro formazione, pur adattandole ai contesti in cui si sono trovati ad operare. Ci sono ovviamente clamorose eccezioni che comunque non devono indurre ad una revisione o peggio a una negazione del valore innovativo di quel periodo per la nostra società.
Persone che hanno partecipato e in alcuni casi guidato gruppi appartenenti al Sessantotto e i cui nomi sono noti ancora oggi sono:
Adriano Sofri - Mauro Ristagno - Guido Viale - Marco Boato - Enrico Deraglio - Gad Lerner - Paolo Liguori - Luigi Manconi - Marco Lombardo Radice - Gianfranco Bettin - Toni Capuozzo -Erri de Luca - Mario Capanna - Sergio Cofferati - Gino Strada - Lanfranco Pace - Massimo Cacciari - Paolo Mieli - Gaetano Pecorella - Toni Negri - Claudio Bisio - Sergio Cubani.
Come si può capire da questo breve elenco gli ambiti in cui queste persone operano sono molto diversi tra loro, ad esempio Gino Strada fondatore di Emergency e ha dedicato la propria vita ad aiutare le popolazioni colpite dalla guerra. Gianfranco Bettin invece è stato per molti anni prosindaco di Venezia e ha sempre lavorato in ambito politico nel suo territorio d’origine.

Stefano

domenica 4 aprile 2010

Le petit prince: il piccolo che insegna ai grandi



"Il mio disegno numero uno. Era così:

... Il mio disegno numero due si presentava così:


Tratto da "Il piccolo principe".


“ … e il vecchio Alex l’immaginava seduta al tavolo di una camera che non aveva mai visto, mentre leggeva: «Se vuoi un amico, addomesticami». «Cosa bisogna fare?» aveva chiesto il piccolo principe. «Bisogna essere molto pazienti,» aveva risposto la volpe. «All’inizio ti siederai un po’ distante da me, così, tra l’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio, e tu non dirai niente. Le parole sono fonte di malintesi. Ma giorno dopo giorno, potrai venire a sederti un po’ più vicino…»

Da pagina 26 di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”.


Il piccolo principe è uno di quei libri che dovrebbero far parte della cultura di ogni persona: tutti i bambini dovrebbero leggerlo e probabilmente anche la stragrande maggioranza degli adulti.
È stato scritto nel 1942 da Antoine de Saint-Exupéry, un grande scrittore e un pilota d’aerei. Esso racconta dell’incontro tra l’autore e un bambino: l’aviatore, a causa di un incidente con il suo aereo, si ritrova solo in mezzo al deserto con poche speranze di sopravvivere. Quando gli si avvicina un bambino che gli chiede di disegnare una pecora. Dall’aspetto del piccolo non si direbbe, però, che abbia appena attraversato il deserto. Egli infatti proviene dal cielo: il piccolo asteroide B 612 è stata la sua casa per tutta la vita, finché non ha deciso di iniziare ad esplorare altri pianeti, fino ad arrivare alla Terra. Il bambino racconta al pilota la storia di tutti i sei asteroidi che ha visitato e di tutte le persone che ha incontrato durante il viaggio che ha compiuto. I due prendono in esame temi molto difficili ed impegnativi, ma riescono a trasformarli in concetti semplici e chiari anche ad un bimbo. Questo libro, è rivolto soprattutto a loro o a coloro che si sentono ancora bambini dentro e che non vogliono far morire o seppellire questa parte del loro essere. Gli adulti vengono duramente messi in discussione dai due protagonisti: con i “grandi” non si può parlare di cose serie (come di serpenti boa, foreste primitive e stelle, ma soltanto di bridge, golf, politica e cravatte); i “grandi” non capiscono perché hanno perso i sentimenti puri che invece hanno ancora il piccolo principe o il pilota.
È un libro che parla di sentimenti, quasi una sorta di romanzo educativo sul tema dei sentimenti ed è una tappa obbligata per ogni lettore. La volpe di cui si parla nel riferimento iniziale saluta il piccolo principe con un raccomandazione che è importante tenere a mente: “«Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.»”.

Federica Magnabosco

venerdì 2 aprile 2010

STRAIGHT EDGE, FRED PERRY E DOCTOR MARTEN’S - STILI DI VITA DEGLI ANNI NOVANTA


…molto attento ai vestiti – polo fred perry, maglioni di marca, anfibi doctor martens – aveva un lessico da guerriero della notte e una vespa special blu da finto lumpen […] Alex era uno straight

Edge

(tratto da Jack Frusciante è uscito dal gruppo_ Enrico Brizzi)


Sei cresciuto negli anni ‘90 se…

Ricordi tutti e cinque i nomi delle spice girls, costumi orrendi compresi

Giocavi al nintendo 64

Eri un’appassionata/o di beverly hills 90210

Ascoltavi la musica alla radio, massimo con il mangianastri!

Compravi il calippo fizz alla cocacola e il luke

I power rangers erano il telefilm più bello del mondo e subito dopo venivano otto sotto un tetto e willy il principe di belair

Giocavi con l’hula hop

Barbie era ancora sposata con ken

Giocavi a twister (ed eri ingenuo abbastanza da non pensare a strane mosse)

Compravi Cioè e andavi orgogliosamente in giro con tutte le cianfrusaglie che vi erano allegate (se sei femmina)

Hai visto Titanic almeno tre volte, di cui due al cinema e di fila

Non esistevano internet e gli sms e ci si chiamava ancora a casa per mettersi d’accordo per le uscite

Gli insegnanti ti facevano leggere i ragazzi della via pal, piccole donne e l’isola del tesoro

Giocavi coi lego e crystal ball!

Ti stai ancora chiedendo come facesse puffetta a soddisfare le voglie di tutti i puffi!

Hai ancora la tua collezione di schede telefoniche

[tratto da:http://www.strabello.it/2008/02/21/i-ragazzi-degli-anni-90/]


Qui sopra sono elencati alcuni degli aspetti che risaltavano negli anni Novanta. Anni lontani e fantastici per chi ne parla ancor oggi con gelosia e forse anche un po’ di nostalgia.

In quelli anni si diffondeva inevitabilmente uno stile nel vestire associato all’epoca storica; un po’ come ogni generazione d’altronde. Lo Straight edge era uno dei tanti stili presenti, e viene definito come uno stile di vita che prevede assenza di : tabacco, alcol, droghe, sesso occasionale, e si dichiara convinto vegetariano e (in alcuni casi veganiano). La storia del sXe (simbolo con il quale si indica lo Straight edge) deriva da un movimento Punk e il fautore fu Ian McKave. Agli inizi degli anni 80, seguendo le basi dei movimenti punk, gli straight edge seguirono proprio tali ideali come: disprezzo per la scuola, del lavoro ed erano individualisti. Si diffuse inizialmente negli USA seguito dal Canada. Nei primi anni '90 gli “straight edge militanti” erano una presenza ormai stabile nella scena hardcore mondiale, ed erano spesso considerati violenti. Questi cosiddetti “militanti” non tolleravano i non straight edge e orgogliosi della propria appartenenza erano portati anche ad utilizzare la violenza per diffondere le loro idee. In questo periodo il veganismo (=non mangiare nulla di origine animale) divenne sempre più importante e gruppi famosi si mostrarono sensibili verso i diritti degli animali. Dopo gli anni 90 gli aspetti più estremisti degli straight edge cominciarono a scomparire. Il simbolo degli straight edge è una “X” che si segna su entrambe le mani. L’origine di questo simbolo risale ad un concerto dei Teen Idles durante il quale, non avendo l’età per consumare alcolici venne segnata una x sulle mani all’intera band, di modo che non gli fossero serviti alcolici. Nel libro di Enrico Brizzi si trova scritto “…molto attento ai vestiti – polo fred perry, maglioni di marca, anfibi doctor marten’ s”. Fred Perry fu un noto giocatore di tennis Britannico vincitore per ben tre volte del prestigioso torneo di Wimbledon. L’altrettanto nota, marca di abbigliamento “Fred Perry” deriva proprio dal nome del tennista stesso. Negli anni ’90 indossare polo Fred Perry significava appartenere ad una classe di ragazzi, spesso di destra, che tutt’ora verrebbero definiti figli di papà. Per i ragazzi politicamente di sinistra si associavano eskimo, puma rosse e magliette appartenenti ai gruppi musicali preferiti. A questo si aggiungono gli anfibi “doctor martens”, di origine inglese, i quali molto di moda a quell’epoca e ancor oggi in vendita.


Marco Gasparotto

giovedì 1 aprile 2010

Papà, aiutami a fare da solo…

“Te l’ho detto, ho un appuntamento.”

“Con chi, un appuntamento.”

“Con una mia compagna, mutter.”

“Una compagna. Sarebbe a dire?”

“Non la conosci. Cosa ti cambia se ti dico un nome? Non la conosci, comunque.”


Il rapporto più difficile da gestire nella vita è quasi sicuramente quello genitori-figli.

Ad esempio la madre vorrebbe che il proprio “figlioletto” prediletto non crescesse mai, che non le scappasse mai via dalle mani. Il “figlioletto” (che poi tanto piccolino non è), invece, vorrebbe essere più libero, cominciare a fare le sue scelte in modo autonomo e non sempre sotto la supervisione dei genitori.

La famiglia italiana media è così semplicemente strutturata: la figura autoritaria, che nel romanzo è il padre, “il cancelliere”, come lo chiama Alex (il protagonista del romanzo Jack Frusciante è uscito dal gruppo), colui che emette le sentenze, la persona fiscale che bada ai particolari (“È chiusa la Feltrinelli”) e che ha teoricamente l’ultima parola in ogni discorso (“Esce poverino […] torna fuori perché qui si annoia”). Troviamo poi la madre (“mutter”) che ha più o meno lo stesso potere del padre a seconda delle circostanze. È la più curiosa della casa e quando ne ha l’occasione non esita a fare il classico interrogatorio dalle mille domande ai figli (“come sarebbe? […] Sei appena rientrato e già esci?” “Con chi, un appuntamento?” “Sarebbe a dire?” “E a che ora torneresti?” e molte altre…). Poi, alla base della piramide gerarchica della famiglia, vi sono i figli come lo stesso Alex, con le loro idee, ambizioni, sogni...

L’adolescenza è il periodo in cui si cambia di più, in cui si fanno le prime esperienze importanti. Proprio per questo è bella e bisogna godersela, perché tutto ciò che si fa, lo si fa per la prima volta: conoscere tanti nuovi amici e fra questi quelli che ci accompagneranno per tutta la vita, uscire con la prima ragazza, fare l’amore per la prima volta, andare in vacanza (finalmente) da solo o con gli amici, comunque senza genitori, e molto altro… tutte cose che per un adolescente significano vivere e crescere.

Naturalmente in tutto questo la figura del genitore è molto importante: dovrà riuscire a tenere il figlio con i piedi per terra, ad aiutarlo a costruire le fondamenta per realizzare i propri sogni, ma contemporaneamente fare in modo che non si illuda inutilmente. Ciò non vuol dire che il genitore dovrà essere sempre, costantemente, inesorabilmente “attaccato” al figlio, perché così facendo non farebbe altro che frenare la sua voglia di libertà e curiosità (“Quando i genitori fanno troppo per i figli, i figli non faranno abbastanza per se stessi”, Elbert Hubbard). Non dovrà nemmeno completamente disinteressarsi della sua vita, però: il giusto, come sempre, sta nel mezzo, quel mezzo che a volte causa tanti problemi nei rapporti interfamiliari.

Sta proprio ai genitori e ai figli trovare la giusta armonia, e se entrambi sapranno rinunciare rispettivamente a un po’ della voglia di essere onnipresenti e a un po’ del desiderio di fare tutto ciò che passa per la propria testa, allora la convivenza sarà pacifica e soprattutto costruttiva.

Matteo Zoppello

martedì 30 marzo 2010

77' : tra rivolte giovanili e terrorismo

Carri armati a Bologna l'11 marzo 1977


Il 1977, ma più precisamente il biennio ’77-’78, è stato uno degli anni più importanti e ricchi di avvenimenti della seconda metà del ‘900 italiano. Si presenta il problema del terrorismo, il quale assume dimensioni sempre più preoccupanti e si aprono gli anni di piombo. In quest’anno sono avvenuti diversi attentati da parte delle Brigate Rosse (G. Ciotta, F.Croce, I. Montanelli, E. Rossi, P. Fiori e C. Casalegno) e dei Neofascisti (W. Rossi e B. Petrone). Questo anno è caratterizzato inoltre da numerose proteste studentesche e scontri di cui sicuramente il più importante è stato a Bologna in marzo, dove ha perso la vita uno studente (Francesco Lorusso) e dove, dopo tre giorni di contrasti, sono dovuti intervenire i carri armati per ristabilire l’ordine.

Il 1977 è un anno segnato anche da vari avvenimenti di cronaca; è l’anno in cui Herbert Kappler, un ex gerarca nazista, responsabile dell’eccidio delle fosse Ardeatine, evade da un carcere a Roma (l’Ospedale Militare del Celio) dove sta scontando l’ergastolo. Ma il ’77 è anche l'anno in cui il movimento Punk rock raggiunge il suo apice, inoltre in questo anno i The Clash pubblicano il loro primo album (The Clash) e lo stesso fanno i Sex Pistols, con Never Mind The Bollocks, Here’s The Sex Pistols, questo, che oltre ad essere il loro primo album è anche il più famoso, ha suscitato molto scalpore alla sua uscita proprio a causa del titolo provocatorio. Sempre nel campo musicale, il ’77 è l’anno della morte di Elvis Presley, ucciso dall’abuso di alcol e di medicinali. In quell’anno muoiono anche altri importanti personaggi dello spettacolo quali: Maria Callas, Bing Crosby e Charlie Chaplin.

Nel settantasette lo Scudetto fu vinto dalla Juventus, così come la Coppa UEFA, la Coppa Italia invece è stata vinta dal Milan e la Coppa dei Campioni dal Liverpool. Il mondiale di formula 1 è stato vinto per la seconda volta da Niki Lauda con la Ferrari, mentre il mondiale di Motociclismo classe 500 è stato vinto da Bary Scheene con la Suzuki.


Stefano Niero

domenica 28 marzo 2010

Bologna Giovanile: Tra Studio e Divertimento

Piazza Maggiore (Bologna).


Bologna è una vivace città universitaria e la maggior attrazione della città è appunto l'Universita, L'Alma mater studiorum che è considerata la più antica università del mondo occidentale. L'Università attualmente ospita circa 90.000 studenti (questo numero è molto elevato contando che il numero di abitanti della città è minore ai 400.000 abitanti) e ha 23 facoltà.
Il grande afflusso di studenti ha un'impatto sia positivo che negativo sulla città. L'aspetto positivo è che i giovani contribuiscono a vivacizzare la città dove l'età media dei cittadini è molto alta; l'aspetto negativo invece è che spesso si presentano problemi di ordine pubblico e di sporcizia, sopratutto nella zona nei dintorni dell'Università, il quartiere universitario.
Per questo grande afflusso di giovani Bologna è sempre stata, sopratutto negli anni 90' una città di ritrovo, bar e le discoteche sono raggruppati intorno a Piazza Maggiore ed il quartiere universitario.
Un'altra attrazione della città è il famoso stadio "Renato Dall'Ara" che è il più importante impianto sportivo della città di Bologna ed è intitolato alla memoria di Renato Dall'Ara, presidentissimo del Bologna. Nello stadio, inoltre che alle partite del Bologna, si sono disputate partite importanti come la partita di inaugurazione delle nazionali tra Italia e Spagna (1927) oppure incontri di rugby come quello tra l'Italia e gli All Blacks neozelandesi nel 1995.
Bologna è anche una città che ha ospitato un notevole numero di concerti, con i gruppi e cantanti più celebri: Elton John (73'-92'), U2 (93'), Vasco Rossi (93'-99'-04'-07'-08'), R.E.M (99').
Nella città sono presenti svariati centri sociali, dei luoghi di aggregazione, di cultura e di politica organizzati in maniera collettiva e comunitaria, cioè gli aderenti a questi centri sono i promotori stessi. Alcuni di questi sono: il Lazzaretto occupato, il Teatro Polivalente Occupato e il Laboratorio Crash.
Il più noto di essi è il Laboratorio Crash, cioè un centro culturale dove si svolgono svariate attività, sopratutto letterarie: nella struttura si tiene un laboratorio di autoproduzione artistica letteraria che si avvale della collaborazione dello scrittore Valerio Evangelisti e che ha già realizzato con successo svariate raccolte di racconti brevi e collaborazioni con altri scrittori, laboratori di teatro ed espressività corporea, fotografia,scienza , copyriot (legato alle tematiche della libertà e dei diritti nell'informazione, il cosidetto copyleft), "info-free-flow" (da www.wikipedia.org).

Lombarda Diego

venerdì 26 marzo 2010

E' tornato Jack Frusciante

Che se ne fosse uscito dal gruppo ormai lo sapevano tutti. Che potesse tornare nella mia vita, e di riflesso in quella di più giovani studenti liceali, non potevo proprio immaginarlo. Sono passati almeno quindici anni fa o poco meno, quando quindicenne mi accinsi a leggere per la prima volta un romanzo non certo imposto ma scelto. 1995 o 96, ore 13.15, campanella fine della sesta ora: accendo il mio zip giallo con adesivo Derozer e me ne parto verso Monte Berico o parco Querini, senza nemmeno mangiarmi un panino, per divorare pagine su pagine di Jack Frusciante. Nemmeno mi fermavo in quel vialetto fuori scuola, meteora maschile in un universo di sole donne maestrine e via, a tutto gas, verso la lettura. Mi sentivo come Alex, il protagonista. Anch' io sempre in conflitto con i miei genitori, maglietta dei "Rage Against the machine", puma rosse, jeans rotti con calzamaglia antifreddo e pseudo eschimo a scacchi, ho vissuto in quei giorni una sorta di cambiamento. Si chiamano romanzi di formazione proprio per questo, perchè parlano di crescita e fanno crescere, perchè mettono in piazza timori e paure di chi vuole spiccare il volo ma a volare ancora non ce la fa. Avevo anch' io la mia Aidi, o meglio immaginavo di averla, in quelle infinite rappresentazioni mentali che mi facevo di una vita non sempre vissuta al 100%. Lei mi portò per prima al centro sociale, abusivo, ad ascoltare Derozer, Melt e gli altri gruppi punk di metà anni 90'. Gli amici.... in quel tempo non li ho quasi nemmeno considerati. Ero innamorato (o meglio infatuato), e carburatori, spinelli,versioni di latino e occupazioni studentesche passarono da protagonisti a sottofondo sempre meno presente di quella fase adolescenzial-tardoromantica dominata dalla crescita. Il bello è che a rileggerlo oggi mi sembra non sia cambiato gran molto. Quando un libro ti entra dentro, ti entra dentro.
Forse per chi ha dieci anni più o dieci meno di me non significa nulla, ma per chi è nato tra la fine degli anni 70' e i primi anni 80' Jack Frusciante è molto più di un libro. E' un ritratto di una generazione, un resoconto dettagliato della giornata tipo, del ragazzo tipo e della città tipo italiana. Non metropoli alla Milano/Roma e non paesotto alla Novara/Treviso. Bologna, una città che emanava profumo di erba e sentore di occupazioni studentesche solo a sentirla nominare. Bologna la rossa, Bologna dei portici più lunghi e dell' Università più antica. Bologna degli scontri e delle stragi, Bologna dei tortellini e delle feste dell' Unità, Bologna del "Bruciamo scuola e andiamo a Bologna" e Bologna dei mercatini. Una città che era un mito per molti ma non per tutti, perchè era colorata e di brutto. Rossa rossa ma anche nera nera a volte, perchè la città di Jack Frusciante è anche quella del fighetto in vespa nera ( rigorosamente truccata con 103 Pinasco e campana allungata)e del fattanza in Ciao scassato ( all' epoca in cui non c'erano ancora targhette, caschi, assicurazioni e altre menate).
Una lettura pilotata lo so, che pensa più a soddisfare le mie esigenze nostalgiche più che gli interessi di chi mi segue tra i miei allievi. Ma Alla fine dev'essere pure così, a volte. Io arrivo a conoscere gli alunni molto bene, li osservo, li studio e li scruto, leggo i loro temi che a volte sono pure imbarazzanti per la quantità di cose private che mi raccontano di loro....Ora è un po' il contrario. Saranno loro a conoscere me e la mia generazione. Si sta in classe 5 ore alla settimana, magari per anni e anni, e a volte si scopre di non sapere nulla della persona che si ha davanti e che di fatto ti condiziona almeno un po' la vita. Beh, io non voglio, forse per narcisismo ma soprattutto per vocazione. Credo che scoprirsi giusto un po' non faccia male. Ed ecco allora che mi scopro così, attraverso un libro che mi ha accompagnato in una fase ben definita e ormai lontana nel tempo, non nell'essenza.
Mi auguro che chi seguirà questo blog di approfondimento e critica letteraria sul Romanzo di Enrico Brizzi decida anche di leggerlo. Non è lungo, è facile da capire, pieno di spunti e di una sintassi talvolta Joyciana che offre quel sapore "pazzo" che non fa mai male.
Jack Frusciante è tornato nel gruppo, almeno per un po'! Giusto il tempo di raccontarci la sua vita, l'amore, gli amici e vattelapesca, come direbbe Holden, di cui forse Alex sarebbe un amico.Vabbè godetevelo che ho sparato anche troppe cose tutto d'un fiato!
Simone Ariot